I giovani disoccupati e il colpo di genio
di dare la colpa ai nonni

di Curzio Maltese, il Venerdì di Repubblica 14.6.2013

Mattia ha vent'anni, non ha un lavoro, come la maggior parte dei suoi amici, e nemmeno la speranza di trovarlo. Gli vogliono far credere che la colpa non sia di un sistema economico sbagliato, ma di sua madre e di suo nonno. La madre è maestra elementare, il nonno è un pensionato delle ferrovie. Se sua madre rinunciasse a quei quattro diritti acquisiti, se il nonno accettasse un altro taglio alla pensione, Mattia troverebbe di sicuro un lavoro. Lo dicono tutti, ma proprio tutti. In televisione, sui giornali, in parlamento. Tutti o quasi i cosiddetti esperti economici, tutti o quasi i partiti, di destra, di sinistra e anche quello, «né di destra né di sinistra», che Mattia ha votato alle ultime elezioni.

Così sembra vero. I ventenni sono ormai così convinti che i loro nemici siano padri e nonni da non considerare più nemmeno la propria esperienza personale e quella della generazione che li ha preceduti.

Ai fratelli maggiori di Mattia tutti, ma proprio tutti, destra sinistra eccetera, avevano raccontato che avrebbero facilmente trovato un posto di lavoro se soltanto avessero accettato di essere flessibili, di rinunciare ai propri diritti e a stipendi dignitosi. Soltanto al principio, s'intende, per entrare nel mondo del lavoro. Perché in questo modo si sarebbe creata una grande offerta di posti e quindi i salari sarebbero aumentati in breve tempo. Questa era la promessa della legge Biagi, approvata nel 2003 dal governo Berlusconi e beatificata in televisione dal ministro Tremonti.

All'epoca la disoccupazione giovanile in Italia era del 25 per cento, ora sfiora il 40. Il reddito medio e il potere d'acquisto medio dei ventenni italiani è crollato in dieci anni del 40 per cento. I giovani flessibili sono insomma molto più poveri e disoccupati di quando erano meno flessibili. Se il nuovo verbo condiviso venisse applicato, la mamma e il nonno accettassero di perdere diritti e reddito, Mattina non troverebbe comunque un lavoro. Semplicemente, entrerebbero in famiglia ancora meno soldi, bisognerebbe ricorrere a prestiti e mutui e alla fine le banche si prenderebbero anche la casa. Negli ultimi vent'anni e' accaduto in tutto il mondo che i poveri siano diventati più poveri e i ricchi più ricchi.

Era accaduto altre volte. Ma è la prima volta che agli arricchiti riesce di far credere ai poveri che se sono poveri è colpa di altri poveri. Più emarginati soni i giovani, più votano per anziani miliardari che dalle loro ville lanciano crociate contro maestre elementari e pensionati delle ferrovie. Non è geniale?