Intervista al ministro Carrozza
"Ora cambiamo la Maturità"
A due giorni dall'esame di Stato, il ministro
dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza spiega che bisogna rinnovare,
"perché dobbiamo preparare gli studenti al percorso futuro". E ci
dice quali sono le sue cinque priorità.
di Cristina Lacava,
Blog Io Donna Scuola, 13.6.2013
Il primo giorno da ministro dell’Istruzione, un mese e mezzo fa, si
sentiva “preoccupata e intimorita”. Ora va meglio; si sente solo
“preoccupata”. Maria Chiara Carrozza ama molto (e lo ripeterà,
nell’intervista) il mondo della scuola. Ma sa che sarà dura: le è
bastato dire “o arrivano più risorse per la scuola, o me ne vado”,
che è stata subito bacchettata dall’ex ministro Mariastella Gelmini:
“Questa minaccia è una pistola spuntata”. Lei non replica e guarda
avanti, come spiegherà a bassa voce (forse un residuo di timidezza:
da bambina la chiamavano “riccio”).
Mercoledì 19 iniziano gli esami di maturità. Su Io donna del 1°
giugno abbiamo scritto che la formula è obsoleta. Che ne pensa?
Oggi l’esame è pensato come conclusione di un percorso scolastico,
non come orientamento. Noi invece dobbiamo preparare i ragazzi alla
scelta futura, universitaria o professionale. Loro si concentrano
solo sulla prova per poi trovarsi il primo agosto a chiedersi: cosa
farò? Come rettore della Sant’Anna di Pisa ne ho visti tanti, anche
bravi, indecisi tra le materie più disparate. Non sanno nemmeno cosa
significhi studiare Ingegneria o Economia. Serve ripensare sia
l’esame, sia l’ultimo anno delle superiori. Intanto, un grande in
bocca al lupo ai maturandi.
Nel 2014 i test si svolgeranno ad aprile, come promesso dall’ex
ministro Francesco Profumo?
Settembre è tardi, luglio non va bene per la concomitanza con
l’esame di Stato. Negli altri Paesi i test si fanno in primavera ed
è meglio, per risolvere vari problemi organizzativi. Bisogna vedere
però se ad aprile i ragazzi sono pronti. Ne discuteremo con i
presidi e con i responsabili dell’orientamento nelle università.
Lunedì i ragazzi di terza media affronteranno l’Invalsi. Una
prova che molti chiedono di spostare.
Farla coincidere con l’esame non è molto corretto. L’Invalsi ha
altre finalità: valuta le scuole, non i singoli.
Ha detto: servono nuovi insegnanti. La Gelmini avrà fatto un
salto.
Come dice Obama, i docenti sono la chiave del progresso. Ce ne
servono di nuovi e dobbiamo occuparci della loro formazione. Primo
esempio: alle elementari non abbiamo docenti di educazione motoria.
Secondo: l’alfabetizzazione informatica. Siamo indietro.
Per Profumo le tecnologie erano basilari. Lei le ha definite
“ineludibili”, ma ci sono i soffitti che cadono.
L’edilizia scolastica è la vera priorità.
E poi? Ci dica i suoi 5 obiettivi.
Al secondo posto metterei la formazione degli insegnanti. Al terzo
la semplificazione della normativa: troppi ricorsi. Poi la lotta
alla dispersione scolastica, che si può fare tenendo le scuole
aperte al pomeriggio. Infine l’occupazione giovanile: dobbiamo
superare l’idea della scuola come valore in sé, deve preparare al
lavoro. Amo molto la scuola, va sostenuta.
Sui finanziamenti privati?
Sono favorevole alle donazioni, cosa diversa dagli sponsor. Alla
Sant’Anna ho creato un fondo per le donazioni liberali, regolate in
modo trasparente e secondo un codice etico. In Italia ci sono tante
persone che, a un certo punto della carriera, restituirebbero
volentieri qualcosa alla scuola che li ha formati. Inoltre sarei per
una massiccia defiscalizzazione.
Obiezione: sarà difficile trovare chi paga
per una scuola di periferia.
Non è vero. Anzi, molti donatori sarebbero favorevoli a progetti di
mobilità sociale. Sia chiaro: sono finanziamenti aggiuntivi, non
sostitutivi. La scuola è a carico dello Stato.
Lei che studentessa era?
Brava, non secchiona. Il problema era svegliarmi, arrivavo in
ritardo.
Copiava, bigiava?
Nooo.... A un ministro... Ci si aiutava.
Ha mai fatto i compiti con i figli?
Certo, tranne in latino, che non ricordavo. Mi divertivo con
matematica, che mio figlio Andrea non amava.
Che tipo di madre è stata?
Imperfetta, da manuale dell’imperfezione. Arrivavo a casa tardi,
compravo le torte per le feste anziché cucinarle.
Se i suoi figli andassero all’estero?
Andrea, che studia Legge, è in Francia e sta per rientrare. I suoi
amici tedeschi vivono soli. Credo che le famiglie italiane
manderebbero volentieri i figli fuori casa, se potessero. E i
ragazzi se ne andrebbero, se avessero i mezzi.
Sua figlia Marianna studia Lettere. Lei
come l’ha presa?
Benissimo, ha scelto con il cuore.
Si è espressa a favore del Politecnico, per
la scelta della laurea magistrale in inglese, bocciata poi dal Tar.
Le sentenze si rispettano. Ma apprezzo la strada del Politecnico.
Penso che in certi settori, per le lauree magistrali, i corsi in
inglese siano un valore aggiunto. Per alcune materie, a Ingegneria,
non esistono neanche più i libri in italiano. Viceversa, gli
studenti stranieri dovrebbero seguire dei corsi di lingua e cultura
italiana.
Parliamo di lei: che musica ascolta?
Molta classica per radio, Astor Piazzolla, Adèle, Nina Simone.
La sera che cosa fa?
Niente, sono troppo stanca. A Pisa facevo Pilates e correvo, ora è
impossibile. Mi manca l’attività sportiva.
Torniamo indietro: Barbie o Lego?
Barbie. Costruivo case, mi inventavo storie. Nei weekend andavo
fuori con gli scout, un’esperienza straordinaria.
Punto di svolta nella carriera?
La prima elezione a rettore. Ho fatto una campagna elettorale
durissima, ho vinto per poco. La sfida più forte è stata ritrovare
l’armonia con tutti quelli che non mi avevano votato.
Quote rosa?
Ero contraria. Ci ho ripensato.
Libro da far leggere a scuola?
Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo.
Se sua figlia volesse fare la prof?
Ne sarei felicissima.