Non buttare la tesina Pasquale Almirante, La Sicilia 30.6.2013 «Non abbandonare la tua tesina di maturità». È questo l'invito di un sito per studenti con un video simile a quello contro l'abbandono dei cani: «Dalla a noi e ti diamo un regalo, fantastico». Chiedersi cosa ne possano ottenere non è dato sapere, ma sappiamo che online una tesina si acquista con 30-40 euro, fino a punte più redditizie, come una ricognizione sul web può dimostrare, mentre il prezzo dovrebbe essere adeguato al contenuto, benché sul mercato dell'usato gli affari non sono sempre tali. Si potrebbe conteggiare il valore della carta, della copertina, della quantità di foto e di disegni, ma riteniamo che sia l'originalità degli argomenti, l'urgenza di consegnarla ai commissari d'esame e le condizioni psicologiche del maturando a fare la differenza. Tuttavia, perché non abbandonare per strada la tesina, come il cane che per anni ti ha fatto compagnia con fedeltà assoluta, e i cui contenuti si sono maturati nella mente di uno studente e poi trascritti sulla carta? Forse per un concorso, se la "summa" del candidato fosse stata redatta dal legittimo e unico "padrone", mentre appare controversa se il possessore è di seconda o terza o quarta mano. Tuttavia il dubbio che ci assale, leggendo l'annuncio, si annida nel fatto che, essendosi capita la vacua utilità di queste tesine e visto il mercato che ci sta dietro, con la conseguente diffidenza di tutte le commissioni, si voglia spingere affinché questa sorta di rito non venga abolito del tutto. Un modo insomma per invogliare a compilare tesine e tesine che, non servendo a nulla, con "tesi" ormai consolidata da parte della maggioranza dei docenti, almeno per tramite di questo lavoro si possano ottenere dei primi. Certamente il sego non vale la candela, scrivere cioè una tesina per un promesso premio del cui valore nulla è dato sapere; ma visto che viene redatta e che qualcuno ne è il legittimo padrone e visto ancora che non serve a nulla, al contrario del cane che ti dà fedeltà e affetto, tanto vale togliersela al più presto dai cosiddetti cabbasisi, invece di abbandonarla o bruciarla o lasciarla ad ammuffire. E se questo lascito dà in più un fantastico premio, non sembra peregrino consigliare di approfittarne, tranne che si abbia la pazienza di aspettare il prossimo esame di Stato per mettere in vendita la propria tesina, tenendo conto delle quotazioni del periodo, della volatilità dell'euro e della volubilità del mercato tesistico. |