Ocse: scuola italiana bocciata

L’Ocse bacchetta l’Italia: il piano per la scuola digitale procede
a rilento e le risorse statali non sono sufficienti per completarlo.

di Teresa Barone, Pubblica Amministrazione 27.6.2013

Il programma nazionale per la scuola digitale procede a rilento, e non ha ottenuto il pieno sostegno dell’Ocse: il rapporto dell’organizzazione ha infatti sottolineato numerose carenze nella realizzazione del piano, tanto che procedendo di questo passo sarebbero necessari 15 anni per raggiungere il medesimo livello del Regno Unito.

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La finalità di Francesco Profumo, che ha richiesto all’Ocse una relazione sulla situazione italiana in materia di digitalizzazione dell’istruzione (Review of the italian strategy for digital school), è quella di ottenere consigli e linee guida necessarie per recuperare il divario con gli altri paesi europei.

Il Piano Nazionale Scuola Digitale è stato lanciato nel 2007, tuttavia allo stato attuale coinvolge solo il 14% delle scuole. Entrando più nel dettaglio delle cifre – elaborate su un campione pari all’85% delle scuole fino al 31 agosto 2012 – la copertura delle lavagne multimediali è ferma al 21,6%, mentre le classi 2.0 sono 416.

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Per quanto concerne le risorse statali, l’Ocse ricorda che il Piano italiano per la Scuola Digitale si basa su uno stanziamento di 30 milioni di euro all’anno per 2 anni, quindi meno dello 0,1% della spesa pubblica per l’istruzione: una cifra che deve essere necessariamente incrementata attraverso finanziamenti pubblici o privati.

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«Viste le attuali restrizioni di bilancio, è difficile prevedere un aumento delle risorse, e il rapporto propone di riconsiderare alcuni aspetti del Piano per raggiungere due obiettivi: accelerare l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle scuole e nelle classi; creare una Rete di Laboratori per l’Innovazione in cui alcune scuole pilota sperimentino e concepiscano nuove pratiche didattiche e organizzative per migliorare il sistema scolastico italiano, reindirizzando i progetti di innovazione sull’iniziativa scuol@ 2.0».