INTERVISTA
Toccafondi: «Basta ideologia, di Enrico Lenzi, Avvenire 17.6.2013
Abbandonare l’ideologia «e affrontare il tema dai dati di fatto».
Gabriele Toccafondi è il sottosegretario all’Istruzione con delega
alle paritarie.
A me pare che i numeri siano oggettivi e in base a questi ognuno
potrà formarsi un giudizio. La questione non si affronta in maniera
ideologica ma partendo da un dato di fatto. Ed è un dato di fatto
che le scuole paritarie ricevono 500 milioni, pari all’1,2% della
spesa relativa alle scuole statali, e offrono servizio pubblico al
12% della popolazione scolastica. Le 13.657 scuole con le migliaia
di insegnanti e oltre un milione di iscritti rappresentano una
realtà pubblica che chiede attenzione e valorizzazione e non
battaglie ideologiche.
Il ministro dell’Istruzione Carrozza mi sembra abbia ben
interpretato la volontà del governo sul tema quando ha detto «trovo
scorretto non parlare delle esigenze dei bambini e di discutere dei
massimi sistemi». La scuola è tutta pubblica e non esistono due pesi
e due misure. La visione moderna è quella di uno Stato inclusivo che
si apre in maniera sussidiaria a chi dal basso cerca di dare
risposte. Questo non vuol dire che lo Stato non esiste, deve fare le
regole e deve farle rispettare. L’Italia è piena di esempi che ci
ricordano che le persone unendosi hanno sempre cercato di dare
risposte ai bisogni che incontravano, queste opere sono parte della
risposta pubblica e rispettano norme e regolamenti statali e
comunali. O si parte dalla realtà, anche storica del Paese, oppure
si scivola nell’ideologia.
Il bilancio previsionale nel prossimo triennio prevede che a fronte
di un contributo storico di 530 milioni di euro prevede in pratica
un taglio del 50% del fondo. A questo si aggiunga anche il fatto che
per il 2013, ad ora, in virtù di un passaggio normativo contenuto
nel decreto 174, 160 milioni di euro sono congelati. Occorre
precisare che si tratta di fondi solo virtuali per le Regioni,
perché questi sono destinati direttamente alle scuole e sono solo di
transito sui bilanci regionali ma sono fondi sui quali le scuole
sanno di poter contare nel 2013. Il governo è cosciente che se non
cambia qualcosa molte scuole saranno costrette o ad aumentare le
rette alle famiglie o a chiudere e se le scuole chiudono la domanda
di nuovi servizi arriverà ai comuni e allo stato con i costi che lei
ricordava e con aumenti di spesa pubblica. Ancora una volta il
realismo mi sembra più forte dell’ideologia Oltre ai fondi di quest’anno e dei prossimi anni ci sono una serie di problemi che riguardano le paritarie che se non troveranno soluzione a breve rischiano solo di far aumentare le rette. Stiamo lavorando per far comprendere che le scuole l’Imu non la devono pagare così come non la pagano le scuole statali o comunali. Se gestite da cooperative, ne ho viste molte gestite da coop di insegnanti o di genitori, dal 2014 saranno soggette non più ad Iva agevolata al 4% bensì al 10% con conseguente aumento dei costi e di rette. Inoltre la questione Tares: stiamo cercando una soluzione perché al momento mentre alle scuole si chiede un contributo a bambino alle paritarie il calcolo si fa sui mq, con costi altissimi. Insomma i problemi sono tanti ma cerchiamo in tutti i modi di porre rimedio perché siamo coscienti che stiamo parlando del sistema pubblico che si regge su due gambe: scuole pubbliche paritarie e pubbliche statali. Se cede una delle due gambe cede l’intero servizio. Perché la scuola è pubblica. Tutta. È doveroso, senza ideologia, affrontare il problema e uscirne. È la politica. Come diceva don Milani «sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». |