Funzionamento Inclusivo Limite. Una proposta Carlo Scataglini, laletteraturaenoi, 3.6.2013 Il dibattito e i sorrisiBene, il dibattito è ripartito! Forse qualcuno pensava che la partita fosse già chiusa, ma non è così. Leggendo gli interventi, le risposte e i commenti al mio articolo Le scatole e le etichette. Sull’Invalsi e i BES nella scuola pubblica pubblicato dal sito www.laletteraturaenoi.it, mi viene subito da precisare una cosa: la mia non vuole essere e non è una rivendicazione sindacale, né una difesa ad oltranza della mia categoria, quella degli insegnanti di sostegno. Sorrido però di fronte alla tenacia con la quale si cerca di negare l’evidenza, affermando che non ci saranno tagli di posti di sostegno e che a nessun alunno sarà tolto il diritto a ricevere un sostegno specializzato. Sorrido perché a chi lavora a scuola da qualche decennio e da una decina di anni è nel gruppo tecnico provinciale che studia le certificazioni e le singole situazioni degli istituti scolastici per stilare gli organici provinciali del sostegno, non può sfuggire un particolare che in maniera maldestra si cerca di tenere celato. I cosiddetti FIL, gli alunni con funzionamento intellettivo limite o Borderline cognitivo, sono la chiave di volta, il punto di snodo, il vero gioco di prestigio di tutta la strategia dei tagli al sostegno.
Il dibattito e la veritàMi spiego, spero in maniera chiara, spero per l’ultima volta. Il giorno 8 maggio 2013, presso il Ministero si è svolto un seminario – conferenza di servizio sui BES. In quell’occasione è stato consegnato agli uffici scolastici regionali un modello di Piano Annuale dell’Inclusività. In esso vengono chiaramente definite tre fasce diverse di BES:
Nella prima fascia, quindi, ci sono i disabili (gravi e non gravi) che hanno un certificato, hanno il sostegno specializzato e beneficiano di un Piano Educativo Individualizzato (PEI). Nella seconda ci sono coloro che, pur avendo un certificato, non avranno alcun sostegno specializzato e saranno seguiti dagli insegnanti di classe secondo un Piano Didattico Personalizzato (PDP) stilato e attuato dagli stessi insegnanti di classe. Nella terza fascia sono compresi gli svantaggiati, che non hanno certificato, non beneficeranno di alcun sostegno specializzato, verranno individuati dagli insegnanti di classe in base a svantaggi socio – economici (!), linguistico – culturali e comportamentale – relazionali, e beneficeranno di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) stilato e attuato dagli stessi insegnanti di classe. Ha ragione chi dice che da nessuna parte e in nessuna norma sta scritto che il sostegno specializzato sarà assegnato solo nei casi di disabilità grave. Il punto è un altro. Chi sono gli alunni di prima fascia, cioè i disabili, che non hanno la situazione di gravità? Da molto tempo, come dicevo prima, collaboro alla realizzazione degli organici di sostegno della mia provincia come docente esperto e posso rispondere al volo: la maggior parte delle certificazioni di disabilità (senza situazione di gravità) riguarda gli alunni FIL - funzionamento intellettivo limite. Praticamente, ora, i FIL vengono sistemati contemporaneamente in due fasce diverse, una che prevede il sostegno e una che invece lo esclude.
Il dibattito e le domande evaseQuindi, mi chiedo:
Allo stato attuale non è possibile rispondere, perché queste domande vengono evase. Nelle more qualcuno sfida i timorosi: “vedremo!”, dice e alla luce dei fatti agiremo. Intanto però è inutile negare che vi saranno tagli ai posti di sostegno, poiché si potranno far “scivolare” i FIL da un piano ad un altro, da una condizione ad un’altra. I tagli ci saranno, quindi, forse non domani mattina o dal prossimo anno scolastico, ma certamente nel giro di due o tre anni.
Il dibattito e la realtàI nostri discorsi pieni di strane sigle, di percentuali, di stime occupazionali, di valutazioni entusiastiche o apocalittiche, di considerazioni di “pancia” o “politiche”, di punti di vista interni o molto lontani dalla quotidiana vita delle classi, spesso dimenticano proprio i due attori principali della questione, vale a dire l’alunno con funzionamento intellettivo limite (insieme, ovviamente, alla sua famiglia) e l’insegnante disciplinare. L’alunno FIL e il suo insegnante di inglese, per esempio. Quale sarà uno scenario plausibile in una futura ora di inglese? Classe di ventinove, tra cui, poniamo, il FIL di cui sopra, un DSA, due stranieri e uno svantaggio socio-economico. Bene, dice qualcuno, questi alunni c’erano anche prima, non è colpa della circolare sui BES. Certo, ma prima in classe i ventinove alunni e il loro prof. d’inglese potevano contare sull’intervento specializzato di un insegnante specializzato nominato e in servizio per un alunno (il FIL) ma che, per norma e per operatività, era un insegnante di tutta la classe. Di sostegno all’alunno FIL, di sostegno a tutta la classe, di sostegno al prof. d’Inglese. In che modo di sostegno? Attraverso metodologie inclusive e strategie didattiche di cerniera, attraverso un sostegno diretto in classe, attraverso una gestione in presenza e collaborativa della didattica.A tal proposito va pure detto; non fa onore a chi argomenta contro l'attuale assetto didattico fa leva sul luogo comune dell’insegnante di sostegno che si isola o viene isolato, dell’insegnante di classe che delega ed esclude. Poiché di luogo comune davvero si tratta. Qui sì che dobbiamo veramente applicare le norme che già ci sono. L’insegnante disciplinare delega? Bene, intervenga il dirigente scolastico. L’insegnante di sostegno non si prepara, non collabora e si imbosca? Basta l'intervento il dirigente scolastico. Non serve smantellare la scuola per riequilibrarne l'eventuale cattivo funzionamento.
Aspetti positivi, aspetti negativiChiarite le posizioni e le diverse ragioni che le ispirano, a mio avviso, è necessario trovare una soluzione operativa al caos che l'imposizione della circolare sui BES rischia di originare. Mi spiego. Non è completamente negativo l’approccio ai Bes previsto dalla circolare di marzo. Ci sono degli aspetti positivi, accanto ad altri che invece destano più di una perplessità. Proviamo dunque a conciliare critiche e proposte. Volendo schematizzare, a mio parere, è possibile individuare tre punti di forza e tre evidenti criticità della nuova normativa sui BES. Li indico di seguito.
Aspetti positivi
Aspetti negativi
Il dibattito e una propostaE allora? Quale può essere la soluzione? Cosa bisogna fare per evitare il rischio che un tema così importante, come quello dei bisogni educativi speciali, possa mandare in tilt il sistema organizzativo scolastico a danno principalmente degli stessi alunni? Secondo me è indispensabile:
In definitiva, ritengo sia indispensabile prendere una decisione coraggiosa, adesso e prima di settembre. La decisione di bloccare gli effetti di un cambiamento di cui probabilmente sono stati sottovalutati gli effetti negativi. Credo valga la pena discuterne ancora, coinvolgendo le comunità scolastiche nella discussione, prima di mettere a rischio ciò che è stato costruito in oltre trent’anni di integrazione nella nostra scuola pubblica. NOTA Chi è d'accordo con le posizioni espresse in questo intervento può firmare la petizione "Referendum sui BES Fermiamo la CM 8 e costruiamo il cambiamento". L'obiettivo della petizione è di raggiungere cinquantamilaeuno firmatari, che simbolicamente corrispondono al numero della metà più uno dei docenti specializzati che insegnano nelle nostre scuole. L'obiettivo concreto è di dare voce a tutti gli insegnanti, agli stessi studenti e alle loro famiglie, alle associazioni e a tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno a cuore l'integrazione scolastica.
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