“Se tocca a noi”, il Pd: di P.A. La Tecnica della Scuola, 15.1.2013 Al sesto punto del programma del Pd sulla scuola si parla di precariato, la piaga più dolente di tutto il sistema scolastico perché migliaia di insegnanti sono stati usati per tappare i buchi e mandare avanti tutto il sistema di istruzione, per poi abbandonarli a loro destino tra graduatorie, fasce, promesse e concorsoni. Cosa serve allora per fermare in modo definitivo questa piaga che da decenni affligge, ingolfandosi sempre di più, miglia di insegnanti chiamati a fare supplenze e poi licenziati? “Quello che serve davvero”, scrive il Pd, “è un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti. Occorre un nuovo sistema che leghi la formazione iniziale al reclutamento selezionando tramite concorso i migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale, secondo numeri programmati al fabbisogno; anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi accompagnati da un insegnante esperto, firma del contratto a tempo indeterminato. E' la proposta del Partito Democratico.” Il Pd dunque si impegnerebbe a eliminare il precariato, circa 160mila docenti iscritti nella GaE, con un piano pluriennale di assunzioni, considerato pure, si legge nel programma che “Non costa un euro in più stabilizzare chi lavora su posti vacanti (50.000 secondo dati MIUR). Tra ferie non godute e disoccupazione, lo Stato non spende molto meno.” Né d’altra parte potrebbero esserci vie diverse da questa proposta, anche da parte degli altri partiti candidati a governare la Nazione, tranne che tutta l’impalcatura che regge le graduatorie venisse disattesa, nel senso che venisse cancellata dall’oggi al domani la legittima aspettativa di tutti questi docenti. Il Pd in ogni caso sembra confermare quanto da tempo va dicendo e cioè di stabilizzare tutti qui precari che già lavorano su posti liberi e quindi sarebbero per lo più “titolari”, almeno moralmente, di una cattedra senza però avere i riconoscimenti giuridici dell’incarico a tempo indeterminato, accantonando definitivamente quel sillogismo caro a Gelmini secondo cui il “Miur non è un ufficio di collocamento” e quindi nessuno può sperare nel posto di fronte alla loro contrazione. Questo importante punto della proposta programmatica del partito di Bersani, è così chiosato: “A dire il vero nella spendig review il Governo dei tecnici per risanare i conti, si è attaccato pure alla ferie non godute dei precari della scuola, mantenendo, però, intatti i privilegi della casta dei Generali.” |