La valutazione ed il merito nella scuola Marco Barone, xcolpevolex 16.1.2013 Internet è ancora una volta la risorsa più importante per conoscere quello di cui i politici non parlano in televisione, visto che nelle piazze, salvo rari casi, per ragioni varie, non si presentano più. L'argomento ridondante prevalente nella comunicazione elettorale è focalizzato sulle liste, sulle tasse, sulle responsabilità politiche, ma nulla o quasi nulla sulle varie questioni che vanno dal lavoro alla sicurezza, dai diritti civili all'immigrazione, dalla scuola alla ricerca. Mi soffermerò sui programmi delle principali forze politiche in campo, Pd, Pdl, M5S, Rc, Agenda Monti.
E' singolare notare come tra le Tag più ricercate nel Pd vi sia
proprio la parola scuola, il cui programma è in sostanza quello
della Proposta approvata dall'Assemblea nazionale Varese 2010 con
rinvio ad alcuni documenti, come quello sulla valutazione, su cui
ritornerò a breve, mentre in altri casi non sono visibili le Tag ed
in altri casi ancora come quello di Rivoluzione civile tra le varie
Tag non esiste la parola scuola. Pdl ed Agenda Monti sembrano essere a favore di una vera e propria Autonomia delle scuole nella scelta degli insegnanti, negli organici e nella gestione efficiente dell’offerta scolastica e formativa . Nello spazio dibattito dell'Agenda Monti, ove vengono pubblicati gli interventi di cui si condivide l'oggetto, si sottolinea che occorre rendere libero il Dirigente Scolastico di scegliere i suoi insegnanti e la formazione loro necessaria, i criteri di selezione dei potenziali candidati e dei vari percorsi formativi, certo che le scelte strategiche saranno misurate in modo oggettivo e che da esse dipenderà il successo della scuola e le risorse che le saranno assegnate. Si propone, nel dibattito dell'Agenda Monti, in sostanza il modello Vales di valutazione delle scuole, che prevede l'inseguimento dello studente anche dopo gli studi scolastici. Si legge infatti che occorre valutare la scuola misurando le opportunità che i suoi diplomati sono riusciti a cogliere, sia in termini di carriera professionale che in termini di carriera scolastica. Magari tenendo traccia dei vari percorsi individuali con questionari a distanza di anni dal diploma.
Oppure che la scuola potrebbe inoltre essere valutata sulla base di
altri parametri legati alla professionalità del suo corpo insegnante
(esperienza internazionale, curriculum scolastico e personale, etc)
sulla base dell'offerta formativa, delle strutture messe a
disposizione etc. Tutti i programmi delle principali forze politiche che ho elencato, affrontano o toccano il tema della meritocrazia e/o della valutazione e valorizzazione. RivoluzioneCivile afferma (ad oggi è l'unica affermazione in tema di scuola) di volere una scuola pubblica che valorizzi gli insegnanti e gli studenti con l’università e la ricerca scientifica pubbliche non sottoposte al potere economico dei privati. Il PDL propone la Valutazione di scuole, docenti e università al fine di favorire la meritocrazia. Il Movimento a Cinque Stelle parla di una Valutazione dei docenti ma universitari da parte degli studenti mentre quello siciliano, nelle sue proposte da far votare agli aderenti del movimento a cinque stelle propongono la Valorizzazione del percorso didattico, educativo e professionale del personale la Sburocratizzazione della funzione docente. Corsi di aggiornamento obbligatori (didattica, pedagogia, informatica, inglese,).Valutazione dell'efficacia dell'azione formativa del docente per valorizzare il merito. Per Mario Monti si deve risalire alle sue dichiarazioni passate ove faceva riferimento all'urgenza di rafforzare il sistema nazionale di valutazione delle scuole e di modificare le modalità di reclutamento e carriera dei docenti, in assenza dei quali è difficile puntare a un miglioramento della qualità dell'insegnamento. Il Pd, che probabilmente salvo mutamenti imprevisti, vincerà le elezioni politiche, dedica uno specifico documento al tema della valutazione divisa in quattro punti. 1) "La principale valutazione da mettere in campo è rivolta al sistema scolastico italiano nel suo complesso a partire dal governo nazionale (ruolo del Ministero in primis), dai risultati generali ottenuti e dall’uso generale delle risorse: se cioè sono adeguate ed equamente distribuite. Sotto la lente della valutazione vanno quindi anche le agenzie nazionali come Invalsi e Ansas". 2) "Il secondo grande filone della valutazione è quello delle singole autonomie scolastiche e delle loro reti di servizio: valutarle significa riconoscere la loro importanza istituzionale. Per questa valutazione, cui (nell’arco di un triennio o un quinquennio) dovrebbe aver diritto ogni scuola, va previsto e opportunamente formato un corpo di ispettori della Repubblica* che, coadiuvati da un team, svolgono, contestualmente alla valutazione, un ruolo di consulenza, assistenza e supporto". 3) "La terza valutazione è quella degli esiti scolastici a supporto della dirigenza e della crescita professionale dei docenti e di tutta la comunità questo tipo di valutazione si occupa oggi l’Invalsi*, che per essere autorevole dovrebbe diventare un istituto autonomo dal Ministero e dotato di risorse certe ed adeguato personale per i propri compiti istituzionali; in tale scenario, oltre che all’apprendimento, essi potrebbero estendersi a quelli di una specie di “ISTAT della scuola” con il compito, ad esempio, di raccogliere dati demografici e produrre attendibili previsioni del fabbisogno degli anni successivi, oggi svolto da società private". 4) "La quarta valutazione è legata ad un sistema di incentivazione e promozione della crescita professionale del personale docente e dirigente della scuola". |