“No a voti e comunicazioni digitalizzate
Edoardo Nesi, scrittore e padre di due
liceali: di Corrado Zunino la Repubblica, 3.1.2013
ROMA
«Ho due figli al liceo classico, classico Cicognini di Prato, ottima
scuola. Uno è in seconda, l’altro in quarta, e considero molto
importante il mio rapporto con i loro professori: gli insegnanti ti
dicono cose di tuo figlio che neppure tu sai. I figli sono una cosa
in pubblico, un’altra in famiglia. Mi piace molto il colloquio con i
professori, non ci mando solo mia moglie, vado anch’io. Ecco, mi
sembra che questo “tutto digitale” possa spegnere questo rapporto,
questo contatto, un patrimonio».
«Il contatto è molto. Il voto, per dire, va spiegato: mio figlio mi
porta il voto e poi spiega perché, c’è molto di più di quella
valutazione secca. Lui si prende il suo tempo per dirmelo e io mi
prendo il mio tempo per capire. No, l’anno scolastico sul computer
tutti i giorni e i voti, le assenze, i giudizi, le gite — tutto
fruibile e digeribile — non mi sembra una grande idea».
«No, non andrò a sbirciare voti e assenze sul computer: il rapporto
genitori- figli è basato sulla fiducia totale. Per me loro vanno a
scuola tutti i giorni, e vorrei che sapessero che per me è così. Se
un giorno faranno forca, salteranno la lezione, beh, non lo vorrò
sapere». «Credo che studiare greco e latino possa offrire ai miei figli un vantaggio competitivo. In questo mondo sempre più specialistico, quella base larga — linguistica, umanistica, filosofica — ogni giorno che passa mi sembra essere un requisito sempre più importante». |