Tra 100 giorni le prove Invalsi. di Vincenzo Pascuzzi ReteScuole, 29.1.2013 Scomparsi dall'immaginario di molti docenti nello scorso maggio, ora si apprestano a tornare in superficie, quasi fiume carsico. Sono i test Invalsi, contemplati e supportati dalla normativa ma solo in parte e, per il resto, da presidi e docenti, bon gré mal gré (1). Quest'anno si inizierà il 7 maggio con le prove di italiano in 2ª e in 5ª elementare, ora scuola primaria (2).
Non se ne può più. È in crisi il maestro Lucio
Garofalo che si sfoga - giustamente - contro alcuni genitori
invadenti, spregiudicati e villani, contro i presidi tiranni e
autoritari, contro la divisione e la contrapposizione tra i
colleghi, contro le prove Invalsi calate dall'alto. Ecco cosa dice
su queste: Invalsi pasticcione. Il prof. M.M. di Roma segnala, testimonia e denuncia l'approccio approssimato e pasticcione dell'Invalsi: "Per esplicito boicottaggio, o per superficialità, una parte degli studenti ha risposto a caso ai test. L’Invalsi, nell’elaborare i dati, non ha filtrato quelli palesemente inattendibili" (4).
Il guru della meritocrazia. Roger Abravanel lamenta la
scarsità di meritocrazia nelle piattaforme elettorali come se queste
non fossero solo esche illusorie ma impegni precisi e vincolanti
davanti a un notaio o cambiali con scadenza certa. E sottolinea che
"la meritocrazia è un sistema di valori che .... non si può imporre
per legge" (5) e noi tutti sappiamo invece che, appunto per legge,
le prove Invalsi sono già presenti nell'esame di 3ª media e aspirano
a conquistare l'esame di maturità o esame di Stato. Lo stesso Roger
Abravanel, responsabile del blog Meritocrazia.it, sul Tg1 Rai
consiglia di "Scegliere la scuole guardando alle prove Invalsi" (6).
Ignora - il nostro guru, che però è privo di esperienza diretta di
scuola - l'elaborazione approssimata dei dati sopra segnalata;
trascura il fatto che l'Invalsi testa due sole discipline che non
risultano prevalenti e caratterizzanti nei licei artistici e
linguistici, negli istituti tecnici e professionali; non considera
il ricambio fisiologico del personale docente (15 ÷ 25% all'anno)
per cui in tre anni anche più della metà dei docenti di una classe
può risultare sostituita; ed altre non secondarie questioni connesse
alla scelta.
Charles Péguy vs Invalsi. Interessanti,
particolareggiate e da leggere le riflessioni di Raffaella Poggi sui
test Invalsi (8). La preside della S.M. Sacro Cuore di Milano
ricorre ai versi di Charles Péguy (1873 - 1914) per rimarcare la
prevalente importanza dei bambini (in quanto poi anche scolari e
destinatari finali dell'attività della scuola) rispetto alle pretese
dell'Invalsi. Per Poggi la cosa importante è l'autovalutazione delle
scuole: "il soggetto che in primis ha il dovere di valutare la
scuola è però la scuola stessa". All'autovalutazione possono
contribuire gli studenti, i loro genitori, il Miur "a condizione che
si concepisca al servizio delle scuole e non soggetto
dell’istruzione", anche i mass media. L'Invalsi è prezioso per
consentire il paragone con altre realtà scolastiche e scongiurare
l'autoreferenzialità. L'Invalsi viene ridimensionato nel suo ruolo e
nelle sue aspirazioni, viene sceso dall'Olimpo o deposto dal
piedistallo in cui - forse - credeva di essere o aspirava. Quanto ci costa l'Invalsi. Si hanno solo stime, non cifre precise, che vanno dai 9 ai 20 mln di euro/anno (9) oppure dai 15 ai 23 mln di euro/anno (10). Queste cifre sono relative alle spese dirette a carico dell'Invalsi, non comprendono cioè le spese vive a carico delle scuole, né le spese occulte per il personale "prestato" gratis all'Invalsi, né per l'uso dei locali e nemmeno per le giornate sottratte alla didattica (cioè sia i giorni delle prove sia tutti gli eventuali altri tempi dedicati all'addestramento ai test). Il ministro ha fretta. Profumo ha fretta solo per il Sistema Nazionale di Valutazione - di cui Invalsi è parte - e vorrebbe che fosse attuativo prima della fine del suo mandato. Le altre problematiche pur necessarie e vitali per la scuola, al momento, non godono della stessa attenzione (11).
Modelli esteri. Gli italiani - alcuni - nutrono un
complesso di inferiorità e soggezione rispetto ai modelli esteri,
per cui questi vengono emulati o copiati acriticamente "nel momento
in cui i paesi sperimentatori li abbandonano" (12). Oppure anche
molto dopo .... "con qualche decennio di ritardo" (13).
(1) La battaglia contro
i test Invalsi e la scuola da ricostruire
(2) Prove INVALSI 2013,
date di elementari e medie
(3) Non se ne può più.
Amare confessioni di un maestro in crisi
(4) Considerazioni dopo
la presentazione dei risultati dell’Invalsi. Ecco come lavorano!
(5) Abravanel: "Poca
meritocrazia nelle piattaforme elettorali: ecco chi la uccide"
(6) Scegliere la scuole
guardando alle prove Invalsi
(7) Non esistono scuole
migliori… e le piogge sono sempre salutari
(8) Le ragioni di
Charles Péguy sono più forti di quelle dell'Invalsi
(9) Lettera aperta al
ministro Profumo sulle prove Invalsi
(10) Sugli Invalsi
senza esagerare
(11) Sistema di
Valutazione: la rabbia degli insegnanti
(12) Correre, correre!
(13) Invalsi? No,
grazie.
(14) Testing is not
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