Elezioni 2013. Centemero (Pdl): Niente riforme,
alla scuola serve un periodo di assestamento.
Ma per reclutamento reintrodurre concorsi

  da Orizzonte scuola, 14.1.2013

Daniela Sala - Il Popolo della libertà depositerà in questi giorni il suo programma. Su dieci punti, anticipa Elena Centemero, responsabile scuola del Pdl, uno sarà dedicato appunto alla scuola. Os.it l'ha intervistata a proposito delle questioni e proposte concrete del suo partito.
 

Partiamo dall'autonomia...

Innanzitutto noi non partiamo dall'autonomia perché ci sembrerebbe di partire dal ddl Aprea e non credo che questo sia il punto centrale della nostra scuola. Noi partiamo da un altro punto di vista e cioè che negli ultimi dieci anni la scuola è stata riformata completamente e ora ha bisogno di consolidamento e non di ulteriori riforme. E ha bisogno di una dimensione più europea, quindi implementazione ulteriore delle raccomandazioni europei, a partire dalle competenze chiave.
In particolare bisogna investire perché scuola ha come centro formazione studenti e l'occupabilità, che significa sviluppare un rapporto tra il territorio in tutte le sue accezioni e la scuola, intesa come rete di scuole. All'interno del regolamento dell'autonomia c'è già uno spazio per l'inserimento nella vita sociale di un impulso ulteriore rispetto allo stage e alternanza scuola lavoro. Tutto questo si deve accompagnare ad una progettualità forte dei progetti da parte delle scuole.
 

Che cosa intende?
La scuola deve diventare un nucleo centrale della progettazione didattica e formativa. In questo senso va pensata anche una modifica della legge Fornero. Potenziando sperimentazioni come quella dell'introduzione di sportelli di placement nelle scuole.
Infine è necessario incentivare la mobilità dei giovani.


Per quanto riguarda l'autonomia, quale strada pensate di seguire?

Proporremmo innanzitutto una riforma della legge 440, il finanziamento delle autonomie scolastiche che è stato decurtato da tutti i governi. Non si può parlare di autonomia senza autonomia delle risorse. Inoltre serve un organico funzionale. E poi ci vuole una vera dirigenza. Infine c'è il sistema di valutazione, già introdotto peraltro da Gelmini.

A questo proposito intendete seguire l'iter tracciato da Profumo?

L'idea è partire da un'autovalutazione degli istituti, seguita da una valutazione esterna.
 

Tramite quali strumenti?

Noi parliamo di una valutazione a tre gambe attraverso un organo esterno alla scuola.
D'altra parte l'Invalsi va mantenuto e vanno sempre di più sostenute le modalità di benchmarking, cioè di miglioramento attraverso il confronto con gli altri.
 

Come si legano a finanziamenti alle scuole e valutazione?

Concordo con il fatto che i finanziamenti non possono essere erogati a pioggia, ma devono servire a incentivare le scuole che hanno la migliore offerta formativa. Bisogna però stabilire criteri di valutazione che tengano conto delle differenze: abbiamo scuole che sono dei presidi sul territorio, ad esempio, o con un alta percentuale di stranieri e non si può pensare che si adeguino agli stessi parametri. Il fine deve essere comunque l'inclusione sociale.

Passiamo al reclutamento dei docenti. Che proposte avete in mente?

Per quanto riguarda il problema del precariato è giusto che sia reintrodotto il sistema dei concorsi che non possono essere ogni 12 anni ma non devono nemmeno creare ulteriore precariato. E Gae devono essere progressivamente esaurite rinnovando il piano triennale di immissione. D'altra parte è giusto che chi è in graduatoria ad esaurimento possa scavalcare chi lo precede attraverso un concorso.
Abbiamo poi bisogno di giovani che possano accedere da subito. E a questo proposito sono curiosa di vedere chi saranno i vincitori di questo concorso.
 

Per quanto riguarda i dirigenti, ipotizzate un percorso di formazione ulteriore per una figura così delicata?

Beh chi ha vinto l'ultimo concorso ha fatto una formazione al Ministero. E comunque stiamo entrando troppo nel merito.
Il punto è che la scuola ha bisogno ora di un assestamento.
 

Passiamo al sostegno, ipotizzate riforme?

Bisogna partire dalla realtà: noi non possiamo fare il libro dei sogni come fanno altre forze politiche. Ci sono esuberi notevoli, per cui serve una riflessione profonda per capire qual è la strada da seguire compatibile con i dati reali. Ci siamo opposti alla riconversione sul sostegno, ma comunque le cose impossibili non si possono fare.
 

Quale la vostra posizione riguardo all'aumento dell'orario dei docenti?

Ci siamo battuti perché il ruolo dei docenti fosse riconosciuto. Il governo Monti ha fatto passare un messaggio deleterio, ovvero che gli insegnanti lavorano poco. Questo provvedimento non poteva essere fatto così.
 

Ma andava fatto?

Credo che in ogni caso si debba partire dal presupposto che gli insegnanti non lavorano solo 18 ore.
 

Ultima questione: i tagli.

La scuola non può subire ulteriori tagli: si riqualifichi piuttosto la spesa pubblica.