Voto mancato degli studenti Erasmus,
per il Governo è una “ferita aperta”

di A.G. La Tecnica della Scuola, 22.2.2013

A poche ore dall’avvio delle elezioni politiche, il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ammette che la legge che regola il voto dei cittadini italiani residenti all'estero "va rivista": per il futuro io farei una sperimentazione informatica oppure una trasmissione delle schede via posta più sicura. Confermate, comunque, le contestazioni programmate nelle capitali d'Europa alla vigilia della tornata elettorale.

A poche ore delle elezioni politiche, uno dei rappresentanti più alti del Governo uscente, il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ammette che l’aver negato il voto agli studenti Erasmus e ai residenti all’estero per un breve periodo rappresenta un errore da rimediare il prima possibile.

Nel corso di una conferenza stampa tenuta il 22 febbraio, il responsabile del Viminale ha tenuto a precisare che la legge che regola il voto dei cittadini italiani residenti all'estero "va rivista", anche "alla luce di quanto avvenuto ai giovani di Erasmus che non hanno potuto votare. È una ferita aperta", ha sottolineato la Cancellieri. Per poi aggiungere: "bisognerà fare un salto di qualità per far votare i cittadini presso le sezioni delle sedi consolari. È un modo più trasparente. È su questo che io farei una sperimentazione informatica oppure per una trasmissione delle schede via posta più sicura", ha concluso il ministro Cancellieri, ricordando che proprio in questi giorni c'è preoccupazione per uno sciopero delle Poste in Sudafrica che potrebbe creare problemi per l'afflusso delle schede elettorali degli italiani residenti in quel paese.

Le parole del ministro dell’Interno danno quindi ragione ai tanti contestatori, in testa gli studenti, che nei giorni scorsi hanno protestato contro la decisione presa dal Governo Monti, lo scorso 18 dicembre, di non organizzare delle sedi elettorali per coloro che sono nella condizione di trovarsi all’estero per un periodo non superiore ad un anno. Proteste che continueranno sino alla vigilia delle elezioni, quando si riuniranno nelle principali città europee per simulare quel voto che avrebbero voluto apporre.