Scuola, Profumo: "Iscrizioni, nessuna proroga. Il ministro dell'Istruzione non considera uno slittamento nonostante il rischio di impasse delle iscrizioni online. Si dice certo del decreto sul diritto allo studio entro fine legislatura. Lancia l'idea: "Nuove scuole dai beni confiscati alla mafia". E difende i test universitari anticipati a luglio: "Per consolidare le graduatorie servono almeno due mesi". Tre miliardi in ricerca nel 2012. "Ma serve altra sensibilità dalla politica" la Repubblica, 21.2.2013 ROMA - Non sarà necessaria nessuna proroga del termine per le iscrizioni al prossimo anno scolastico. Lo ha assicurato all'Ansa il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo. "Le date devono essere rispettate. Questo Paese deve imparare - ha dichiarato Profumo - che se ci sono regole vanno osservate organizzandosi per tempo". Il monito del ministro giunge a una settimana dalla chiusura, fissata per il 28 febbraio, e un mese dopo l'apertura delle iscrizioni online, partite il 21 gennaio, quando si intuì che il sistema avrebbe potuto creare una impasse nel processo di registrazione. Diritto allo studio. Quanto al decreto sul diritto allo studio, il ministro dell'Istruzione si è detto certo che arriverà in porto prima della fine della legislatura. "L'obiettivo è di fare un contratto con gli studenti. Se qualcuno vuole far arenare questo provvedimento significa che non crede al diritto allo studio. Io questa responsabilità non me la prendo". "L'obiettivo che ci poniamo con il decreto - ha spiegato il ministro - è di fissare delle regole-Paese attraverso cui lo Stato, le Regioni e gli studenti (attraverso la tassa regionale) prendono impegni e li rispettano. In questi anni purtroppo, oltre a una differenziazione tra le Regioni (con percentuali diverse tra numero degli idonei e beneficiari secondo i territori), si è registrato uno 'stop and go' sul fronte dei finanziamenti che non consente di programmare i percorsi. E' invece importante sapere quante sono le risorse e come vengono distribuite, soprattutto in una fase economica così critica". Per questo si è deciso di cambiare la natura dell'accantonamento destinato alle borse stabilizzando il relativo Fondo. "Si prevede - ha spiegato il ministro - una soglia minima di 150 milioni da parte dello Stato, un contributo da parte delle Regioni pari ad almeno il 40% dello stanziamento statale e tasse regionali normalizzate per i non idonei. Si arriva in questo modo almeno a 440 miliardi rispetto ai 360 dell'anno scorso, un aumento che si traduce in 25.000 borse in più. L'obiettivo è arrivare a una coincidenza di numero tra idonei e beneficiari, evitando forti sperequazioni tra regione e regione". Nuove scuole dai beni della mafia. Profumo ha anche una proposta: far confluire nel nuovo Fondo immobiliare pensato come soluzione finanziaria per l'edilizia scolastica anche una parte dei beni confiscati alla mafia. "Sarebbe un'operazione importante se si trovasse una modalità per cui una parte dei beni confiscati alla mafia potesse essere conferito a questo Fondo e poi convertita in nuove scuole". "Stiamo lavorando - ha spiegato il ministro - a un Fondo immobiliare per la scuola, al quale eroga risorse il ministero ma anche le Regioni. Comuni e Province potrebbero conferire edifici. Attualmente ci sono circa un migliaio di scuole ospitate in edifici presi 'in affitto', oltre il 90% al Sud. Se si trovasse una modalità per cui una parte dei beni confiscati alla mafia potesse finire in questo Fondo e poi essere convertita in scuole nuove sarebbe un'operazione importante". Profumo ha quindi sottolineato che sta lavorando assieme al ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, per conferire al Fondo anche una parte dei finanziamenti comunitari, in modo da poter avviare una pianificazione di sette anni (2014-2020). "Diventerebbe - ha spiegato il ministro - una sorta di Fondo rotativo: si conferiscono edifici che possono essere poi ceduti e le risorse ricavate destinate alle scuole". Test universitari anticipati e pre-test attitudinale. Profumo ha anche annunciato che per gli studenti che vogliono iscriversi alle facoltà a numero programmato, oltre al tradizionale test d'accesso, fissato quest'anno a luglio, ci sarà un pre-test preliminare di attitudine (non vincolante) da affrontare a primavera e un simulatore per esercitarsi. Il test d'accesso, anticipato a luglio - ha spiegato il ministro - valuterà le conoscenze già acquisite. Per medicina verterà su cinque argomenti: cultura generale, matematica, fisica, chimica e biologia. E le domande, ha assicurato Profumo, terranno conto dei programmi scolastici studiati alle superiori. Dunque, la preparazione per la maturità coinciderebbe con quella per sostenere i test. A primavera poi gli studenti che hanno deciso di iscriversi a una facoltà a numero chiuso potranno cimentarsi con un test preliminare di attitudine, non vincolante. Quanto alla preparazione, Profumo ha in mente un simulatore con il quale le aspiranti matricole potranno esercitarsi, qualcosa di analogo all'eserciziario preparato da viale Trastevere per i candidati al concorso a cattedra. Il ministro ha difeso la scelta, contestata soprattutto dagli studenti, di anticipare a luglio i test tradizionalmente in calendario a settembre, spiegandone i vantaggi. "Le graduatorie per essere consolidate necessitano di almeno due mesi. Con i test a metà settembre si arrivava spesso a metà dicembre senza avere ancora graduatorie consolidate con gravi disservizi per gli studenti dal momento che le lezioni cominciano, invece, a ottobre. E per chi scopriva di non essere inserito in graduatoria le difficoltà logistiche non erano poche. Vogliamo evitare tutto ciò. Questo è un Paese arruffone, ma si può cambiare passo". Ricerca: nel 2012 investiti 3 miliardi. Profumo ha voluto sottolineare come i 3 miliardi di euro investiti nell'ultimo anno nella ricerca rappresentino una tappa importante nel processo di avvicinamento all'appuntamento con il più grande programma di ricerca mai varato dall'Europa in questo campo, Horizon 2020. Dei 3 miliardi, uno è stato investito nel progetto Smart City, 1,4 circa nei cluster e nei parchi tecnologici e circa 600 per la pre-competitività. "In questo anno - ha aggiunto il ministro - abbiamo fatto una buona palestra", anche se "in tema di competizione internazionale siamo sempre ancora molto deboli". Profumo ha osservato che "i nostri ricercatori sono bravi", ma "la situazione è complicata". Ad esempio, a livello europeo il curriculum tiene conto se un ricercatore è il primo firmatario di un lavoro scientifico, ma nel nostro Paese spesso accade che il primo firmatario non sia il primo autore del lavoro. Tanto da fare, quindi, ma anche segnali positivi. "In vista di Horizon 2020 abbiamo fatto una buona palestra" ed è stato "un buon segnale" il finanziamento europeo da un miliardo ciascuno ai due progetti bandiera (sul grafene e sul cervello) nei quali l'Italia ha un ruolo molto importante. Ricerca, più sensibilità dalla politica. Un piano pluriennale per la ricerca e una maggiore sensibilità sul tema da parte del Parlamento e della politica è quanto ha auspicato il ministro Profumo. Che, all'indomani dell'incontro fra il presidente della Repubblica e il Gruppo 2003, al quale ha partecipato, ha rilevato che "purtroppo nella campagna elettorale c'è uno scarso stimolo sul tema della ricerca e il presidente Napolitano ha messo in evidenza come, nonostante i suoi sforzi compiuti durante il settennato, ci sia una sorta di sordità. Cosa della quale è molto rammaricato". L'auspicio del ministro è che "dopo le elezioni sia varato un reale piano pluriennale sul temi della ricerca, dell'università e della scuola". Occorre, secondo Profumo, "un piano per realizzare una strategia comune in ambito europeo e con risorse che non debbano essere periodicamente riassegnate. Ma su questo - ha aggiunto - il Parlamento non ha sensibilità, così come la politica si concentra sui risultati dell'indomani mattina". La ricerca, ha rilevato Profumo, "dovrebbe invece essere un investimento per il Paese. Ma per un'operazione di questo tipo sono necessarie stabilità e volontà politica". |