Dove si “mettono” gli esuberi? Due le vie di P.A. La Tecnica della Scuola, 12.2.2013 Su qualche migliaio di docenti in esubero, dopo le operazioni di quiescenza, scaduti il 5 febbraio scorso, scatterà l'art. 14, commi 17 e 20 bis, della legge 7 agosto 2012, n. 135 Con la scadenza del termine per la presentazione della domanda di collocamento a riposo, si affaccia, nei confronti di alcune migliaia di personale della scuola, la spinosa questione degli esuberi che in un modo o nell’altro dovranno essere sistemati o mandati in pensione. Il riordino della Gelmini lentamente incomincia a farsi sentire e con la contrazione di ore e di posti, se la Legge è legge, il personale docente, dopo le operazioni di mobilità e di assegnazione delle cattedre, che risulti sopranumerario nella propria classe di concorso dovrà coprire un posto libero nella provincia di appartenenza con priorità sul personale a tempo determinato. La singolarità del dispositivo sta nel fatto che la nuova assegnazione per i sopranumerari potrà essere effettuata sui posti disponibili anche in altri gradi di istruzione o di altre classi di concorso o perfino sul sostegno, se il docente è in possesso del titolo di specializzazione oppure qualora abbia frequentato un apposito corso di formazione. Dispositivo con cui si capisce come il cosiddetto merito, la professionalità, l’attenzione per gli alunni siano tutte questioni di lana caprina di fronte ai risparmi che il Miur conta di ottenere. E come se non bastasse contraddice perfino se stesso, considerando che qualora il docente non si potesse sistemare, potrà essere collocato in quiescenza se avesse maturato, entro il 31 agosto 2012, i requisiti richiesti. Requisiti che sono esattamente simili a quelli invocati dal comitato “Quota 96”, cioè 40 anni di contribuzione, indipendentemente dall'età, o età anagrafica più età contributiva, e maturati al 31 agosto del 2012. Un minimo di lungimiranza e un po’ di razionale avvedutezza avrebbe imposto di lasciare ai docenti, anche quelli non sopranumerari ma incagliati nei rigori della Legge Fornero, di uscirsene liberando altri posti e altre cattedre. Ma non solo, liberare i sopranumerari con il vecchio provvedimento e lasciare chi del vecchio provvedimento voleva i benefici imprime al Miur un alone di evidente ingiusta visione dei lavoratori della istruzione. |