“500 euro di danni a candidato”

di P.A. La Tecnica della Scuola, 11.2.2013

Le associazioni dei consumatori pronti a fare ricorso per lo spostamento delle date del concorso a cattedra. Secondo una loro stima la perdita sarebbe di circa 500 euro a candidato, per tacere delle famiglie che si erano organizzate per tenere i figli a casa

Un’altra bufera contro le già piagate spalle del Miur si profila all’orizzonte, soffiata dalle associazioni dei consumatori che incominciano a fare i conti delle perdite subite dagli aspiranti docenti per lo spostamento delle date del concorso a causa del maltempo.

“La neve? Ma è solo un pretesto!” Il Codacons è chiaro nelle sue argomentazioni è va a fondo nella ricerca dei motivi della sospensione: “La verità è che giovedì scorso sono stati riammessi alle prove settemila candidati in più, e quando il ministero si è reso conto che non c’era abbastanza tempo per organizzare la loro partecipazione al concorso, ha tirato fuori il rinvio per maltempo”.

E sull’onda di tanto sospetto, sempre il Codacons sta raccogliendo adesioni per un’azione collettiva e per chiedere un rimborso minimo di 500 euro a testa per il danno esistenziale subito da ogni candidato, oltre ad eventuali risarcimenti a fronte di spese documentate.

E sul Corriere della Sera Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento dei consumatori, va ancora più a fondo, portando dati e numeri: “I candidati hanno sicuramente prenotato voli e treni low cost, Sappiamo bene che si tratta di biglietti meno cari ma non rimborsabili. Ipotizzando che due terzi dei candidati, quindi 60mila circa su oltre 88mila ammessi in prima istanza, si sarebbero dovuti spostare, e immaginando un costo medio a testa di 50 euro, arriviamo a tre milioni bruciati“.

Ma non si rivolge solo ai docenti “danneggiati” il presidente del Movimento dei consumatori, visto che ci sarebbero pure nel conto e nelle possibili richieste di risarcimento anche le spese sostenute dalle famiglie di quei bambini che fino a sabato sapevano di non poter andare a scuola perché nei loro istituti si svolgevano le prove del concorso. Molte di quelle famiglie, sostengono sempre le associazioni dei consumatori, si sono organizzate con delle baby sitter alle quali dovranno comunque riconoscere il salario. Mal tempo dunque non solo atmosferico ma anche di immagine e di credibilità nei confronti del Miur che a quanto pare ce la mette tutta per crear, fomentandole perfino, tempeste giuridiche.