La valutazione: un tema cruciale, AIMC, CIDI, FNISM, LEGAMBIENTE, MCE, Proteo Fare Sapere, Per la Scuola della Repubblica, CGD, UDS, 5.2.1013 La “Valutazione” è tema strategico nell’ambito delle politiche di sviluppo sociale, educativo ed economico del nostro paese. Un tema che troppo spesso viene agitato in modo strumentale ed ideologico. La valutazione è invece una funzione necessaria per la tenuta di un contesto di carattere nazionale, unitario, per superare la deriva del localismo e il rischio di una connotazione ideologica e di parte delle scuole. E’ altresì necessaria per valorizzare l’autonomia scolastica, per sostenerne la capacità progettuale, l’elaborazione curriculare, l’interazione con il territorio, per sostenerne il progetto formativo. La valutazione è, infine, il processo attraverso il quale ogni soggetto sociale e istituzionale coinvolto nei percorsi formativi assume la propria responsabilità e ne risponde. Spesso si dice “valutazione” per intendere “meritocrazia e premialità”. Una vera e propria “trappola” culturale che comporta l’adesione al presupposto secondo cui la valutazione consiste essenzialmente nell’ordinare in classifiche per individuare e premiare selettivamente i migliori. La validità di tale presupposto non trova conforto alcuno nelle acquisizioni della letteratura scientifica in merito che, semmai, ne dimostrano l'inefficacia e l'inopportunità. E' inoltre illusorio ritenere che l’introduzione di un apparato tecnico valutativo riesca in modo quasi taumaturgico ad attivare processi di miglioramento del sistema di istruzione e formazione senza bisogno di intervenire sugli altri elementi portanti del sistema stesso, quali la valorizzazione professionale, la riforma degli organi di governo della scuola e, più in generale, la destinazione di qualificanti investimenti finanziari.
La valutazione
di sistema è atto politico e ne derivano indicazioni di governo del
sistema stesso. Comporta una tipologia di rendicontazione che deve
attuarsi attraverso la partecipazione attiva dei diversi soggetti
coinvolti, in ogni fase del processo. E' in ogni caso opportuno si
connoti per il carattere sperimentale, di ricerca-azione. Non può
ridursi a mere e/o singole rilevazioni, bensì deve dispiegarsi in
termini di multifattorialità e complessità. Inoltre il supporto
tecnico e scientifico ai processi valutativi dev'essere garantito da
un ente terzo. L'esplicitazione dell'idea di scuola alla quale si intende fare riferimento è premessa ineludibile per la costruzione di un sistema di valutazione nazionale. Eguaglianza formale e sostanziale, capacità del sistema educativo di coniugare il diritto di tutti allo studio con la qualità dell’istruzione, valorizzazione dei meritevoli come stabilito dalla Costituzione, rappresentano principi inderogabili che tutto il Paese dovrebbe tenere ben presenti per elaborare un’idea condivisa di scuola. Altrimenti, come accade nello schema di regolamento sul sistema nazionale di valutazione proposto dall’attuale Governo, la scuola che si vorrebbe valutare rimane una realtà indeterminata e neutra. Il Paese ha bisogno di una scuola che sappia esplicitare e comunicare a che cosa serve oggi studiare. Che sia in contatto con gli interessi, le culture, i linguaggi e i modi di apprendere delle giovani generazioni. Che costruisca gli strumenti della cittadinanza attiva, oltre alle competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro e avvii il percorso di disponibilità ad imparare per tutto il corso della vita. La valutazione è innanzitutto valorizzazione, riconoscimento sociale della funzione della scuola, di cui si avverte l'esigenza per dare forza e sostanza ad un patto intergenerazionale che promuova crescita, coesione sociale, sviluppo democratico. Le associazioni firmatarie auspicano che si dia vita anche in Italia ad una consultazione nazionale sulla scuola, articolata nei territori, i cui esiti vengano riportati e discussi in Parlamento. Tale consultazione dovrebbe sistematicamente essere riproposta, come struttura portante di una periodica rendicontazione sociale, attraverso la quale, ai diversi livelli, gli esiti dei processi valutativi vengono comunicati ed utilizzati per la formulazione di prospettive e piani di miglioramento.
Pensiamo ad un
processo da attivarsi in tempi rapidi, con scadenze certe,
attraverso il quale enucleare anche gli elementi portanti dei
provvedimenti normativi necessari a istituire un sistema nazionale
di valutazione. Abbiamo bisogno di un sistema di valutazione coordinato e articolato su più livelli che tenga insieme in modo articolato e coerente: a. la verifica costante degli interventi diretti e indiretti dei decisori politici e istituzionali sul sistema educativo; b. la valutazione di sistema: il contesto, le politiche, i macroprocessi, gli esiti. Precondizione della valutazione di sistema è una chiara definizione dei livelli essenziali di qualità nel sistema nazionale di istruzione e formazione; c. la valutazione delle scuole come dialettica tra valutazione esterna ed autovalutazione, contesto di dialogo e di condivisione, nei diversi ambiti di responsabilità, delle esperienze e degli interessi dei diversi soggetti che agiscono nella scuola dell’autonomia: non solo operatori della scuola, genitori e studenti, ma anche enti locali e realtà associative del territorio; momento di conoscenza e di progettazione dei correttivi necessari. In tema di valutazione e autovalutazione è necessario, pertanto, prendere in seria considerazione e valorizzare le esperienze in atto o realizzate da ricercatori, Università ed Enti di ricerca. A livello di scuola occorre puntare sul ruolo cruciale della rendicontazione sociale, che assume importanza determinante nell’ambito di un patto pedagogico con gli Enti locali, le famiglie, l’associazionismo, il mondo del lavoro. L'autovalutazione non può tradursi nell' ennesimo adempimento burocratico che grava sulle scuole, né essere appannaggio del solo Dirigente Scolastico; d. la valutazione formativa degli alunni. Su questo terreno urge una riflessione. Dopo un iniziale apprezzamento di genitori e docenti per il ritorno al voto, ora si registra la delusione delle famiglie, dei docenti, degli alunni. La valutazione formativa è parte essenziale della responsabilità educativa e della professionalità docente. I ragazzi ne hanno diritto e ne avvertono il bisogno. Su questo versante è necessaria una valutazione improntata a narrazione e cooperazione che guardi ai singoli e alle loro specificità ed esigenze in una dimensione coevolutiva. Le prove nazionali inserite negli esami conclusivi pesano in modo distorsivo ed esagerato su quelli che sono gli esiti di un percorso individuale che deve invece poter essere adeguatamente riconosciuto e valorizzato secondo l’idea di una valutazione che precede, accompagna e conclude un determinato percorso didattico-formativo; e. La valutazione/valorizzazione degli operatori della scuola – docenti, personale ATA e dirigenti scolastici – dovrà essere necessariamente contemplata in un quadro di valorizzazione della professionalità che trova nel CCNL l'unico luogo possibile di definizione.
Abbiamo bisogno
di un sistema di valutazione condiviso, sostenuto da un patto tra
tutti i soggetti coinvolti. E’ questo un elemento dal forte valore
politico. L'aura di neutralità tecnica da cui è avvolto il dibattito
su questo tema opacizza strumentalmente la vera natura di qualsiasi
processo valutativo: atto esplicitamente politico, che non va negato
né nascosto. Al contrario, è necessario esplicitare i valori e gli
obiettivi che indirizzano la valutazione, la cui definizione deve
essere pubblica e democratica, ed è necessaria un'assunzione di
responsabilità politica da parte dei soggetti deputati a tale ruolo.
Auspichiamo,
innanzitutto, che sia il Parlamento a definire in modo preciso e
articolato le finalità e le strategie della valutazione di sistema.
Poiché si tratta di esplicitare i macro-obiettivi verso cui deve
tendere il sistema di istruzione, invero già individuati dalla
nostra Costituzione; di definirne le diverse dimensioni; di
individuare gli indicatori che rappresentano tali dimensioni. Mentre
le "variabili", ovvero i descrittori empirici dei concetti, sono
prevalentemente oggetto di valutazione tecnico-scientifica, le
scelte di concetti, dimensioni e indicatori rappresentano fasi
delicate la cui responsabilità deve essere politica.
Le associazioni proponenti A.I.M.C. – C.I.D.I. – F.N.I.S.M. - LEGAMBIENTE Scuola e Formazione - M.C.E. – Proteo Fare Sapere - Per la Scuola della Repubblica - C.G.D. – U.D.S. |