Separazione fra scuola e lavoro, di Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore 10.12.2013 Quello della separazione netta tra il tempo della scuola e quello del lavoro è uno stereotipo da superare, perché il 48% dei ragazzi che si sono diplomati la scorsa estate ha svolto almeno un periodo di stage durante le superiori, e il 61% di loro ha avuto anche un’esperienza di lavoro vera e propria, ovviamente stagionale nella stragrande maggioranza dei casi. Il problema vero è quello dell’orientamento, perché il 44% dei neo-diplomati si dice almeno in parte pentito delle scelte fatte e specifica che, se potesse tornare indietro, cambierebbero indirizzo o scuola (e spesso entrambi). Altri numeri preoccupanti arrivano quando si guarda al futuro immediato: meno di sei neo-diplomati su dieci puntano con sicurezza all’università, e il 16% dei ragazzi dichiara di non avere idea di che cosa fare, una preoccupante quota di «incerti» che sale al 25% negli istituti tecnici. Sono questi i numeri chiave del nuovo rapporto AlmaDiploma, presentato ieri a Roma dal Consorzio AlmaLaurea che da anni ha esteso le proprie rilevazioni al mondo della scuola superiore, e abbraccia ormai poco meno di 50mila diplomati in 347 istituti da Nord a Sud. «Quello che un Paese avanzato non può permettersi – riflette Andrea Cammelli, presidente di AlmaLaurea – è lo spreco di risorse umane, in particolare dei giovani: solo il 30% dei 19enni si iscrive all’università: quante risorse potenziali sprecate». Il deficit è prima di tutto nell’orientamento, la cui mancanza contribuisce a mantenere bloccato un ascensore sociale in un Paese che sembra perpetuare le condizioni di partenza della famiglia. I figli di laureati continuano a concentrarsi nei licei classici e scientifici, la loro presenza si affievolisce negli istituti tecnici e diventa minima nei professionali, mentre naturalmente la distribuzione dei figli di genitori senza titoli di studio elevati è speculare. Se il contesto famigliare ha questo peso nella scelta della scuola, si spiegano anche le percentuali elevate di diplomati “delusi” dall’esperienza fatta e “incerti” sul futuro prossimo. In media, il peso dei «pienamente soddisfatti», che rifarebbero lo stesso corso nella stessa scuola, si ferma al 55%, si rivela un po’ più alta negli istituti tecnici e nei licei classici (entrambi gli indirizzi sono al 60%) e scende al liceo linguistico (44%). Tra le tendenze positive, e in parte innovative rispetto al passato, spicca l’apertura delle scuole a esperienze di stage, con un tasso medio del 48% che si mantiene alto in quasi tutti gli indirizzi con la sola eccezione del liceo classico (15%). L’estensione di questi collegamenti alla generalità degli studenti aiuterebbe sicuramente ad abbattere una delle barriere che complicano il passaggio dai banchi al lavoro.
I NUMERI 48% - Stage Studenti che nel 2012 hanno svolto un periodo di stage durante le superiori 61% - Lavoro Percentuale di studenti delle superiori che ha avuto un’esperienza occupazionale 44% - Orientamento Neo-diplomati almeno in parte pentiti delle scelte scolastiche 50% – Niente Università Quasi uno su due dei diplomati non si iscrive all’Università 25% - Incertezza Uno studente su quattro degli Istituti tecnici non ha idea su cosa fare
Fonte: AlmaDiploma |