La moglie di Letta:
“Tagliamo la scuola di un anno,
così risparmiamo sui prof”
Controcopertina, 2.12.2013
Si scrive Gianna Fregonara,
si legge Enrico Letta
(nella foto Getty Images). La moglie del premier – visto che il
piddino non ne ha il coraggio – oggi sul Corriere della Sera ha
espresso quella che è la linea del governo sulla scuola,
perfettamente identica a quella dell’esecutivo Monti. L’obiettivo:
risparmiare una valanga di miliardi. Come? Ma nel modo più semplice,
quello che non era riuscito nemmeno ai peggiori
Berlusconi, Tremonti e
Gelmini: riducendo la
scuola – per giunta quella secondaria – di un anno.
La proposta in un lunghissimo articolo dal titolo: “A
scuola c’è un anno di troppo”.
“Farebbe la felicità dei ragazzi e,
secondo una parte consistente di pedagogisti ed esperti, anche
il loro bene – scrive la Fregonara. – Sarebbe una
boccata d’ossigeno per le casse dello Stato: risparmio stimato,
tre miliardi. Piace ai professori universitari e agli
imprenditori. Contrari «senza se e senza ma» i sindacati degli
insegnanti. I ministri dell’Istruzione da dieci anni a questa
parte sono personalmente favorevoli, ma il dibattito politico è
fermo da quando, nel 2001, fu sotterrata la riforma Berlinguer.
Stiamo parlando di uscire da scuola un anno prima, a 18 invece
che a 19 anni: in linea con gli altri Paesi europei e con gli
Stati Uniti, nonché con il gigante cinese. Il modo più semplice
sarebbe tagliare un anno di superiori. Finora il liceo di 4 anni
è stato avviato a livello sperimentale solo da alcune scuole
paritarie lombarde con l’ok del ministero. Visitando il liceo
Guido Carli di Brescia il ministro competente, Maria Chiara
Carrozza, ha detto che, se ci fosse stata questa possibilità ai
suoi tempi, lei avrebbe volentieri «studiato in una scuola come
questa». Alcuni presidi di licei e istituti tecnici statali, da
Verona a Bari, l’hanno presa in parola: dall’anno prossimo la
secondaria superiore di 4 anni parte anche nelle scuole
pubbliche”.
Insomma, l’obiettivo del governo, esposto dalla moglie di Enrico
Letta dalla pagine del Corriere, come dal ministro Carrozza, è
chiarissimo: tagliare la scuola di un anno per ridurre i costi dello
Stato di 3 miliardi di euro l’anno. E pazienza se nelle statistiche
Ocse i nostri ragazzi sono già fra i più ignoranti d’Europa.
Pazienza se l’Italia è già, fra gli Stati economicamente sviluppati,
quello che investe meno nell’istruzione. Un popolo ignorante, si sa,
è più facile da governare.