Indagini internazionali/1.
Un convegno che fa riflettere

da TuttoscuolaNews, n. 614 16.12.2013

Giovedì 12 dicembre si è svolto a Roma presso la Luiss il convegno "Esperienze internazionali di valutazione dei sistemi scolastici", promosso in collaborazione con l’Ocse dalla associazione Treellle di Attilio Oliva e dalla Fondazione per la scuola-Compagnia di San Paolo presieduta da Anna Maria Poggi, che ha coordinato i lavori del mattino.

Nel pomeriggio due dei principali relatori della mattina, il noto economista dell’istruzione Eric Hanushek, e il responsabile del programma Ocse-Pisa Andreas Schleicher, hanno poi partecipato a un incontro di dialogo e approfondimento organizzato da Tuttoscuola, cui ha partecipato un ristretto numero di esperti.

I due relatori hanno accettato di buon grado di rispondere alle numerose domande che sono state loro poste sia dai partecipanti sia dal direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra. Ne diamo conto nelle news successive. Qui vorremmo sottolineare l’utilità di iniziative di questo tipo, che consentono di integrare la ricchezza comunicativa (ma uni-direzionale) delle relazioni con gli approfondimenti e il confronto anche dialettico di idee e di approcci consentito della formula dell’incontro-dibattito a più voci.

Ne è uscito un quadro più preciso e dettagliato delle esperienze internazionali (comparative e non) di valutazione degli apprendimenti, delle scuole e degli insegnanti: un quadro variegato, nel quale il grande sforzo dell’Ocse di effettuare il monitoraggio a livello planetario della qualità dei sistemi educativi attraverso prove e indicatori quantitativi standardizzati si incontra e si scontra con le tradizioni e le culture educative locali.

In qualche caso la metodologia Ocse-Pisa viene percepita come riduzionista, centrata com’è sulle competenze (concetto non univoco) in lettura e in matematica-scienze e sul favore accordato nelle prove a una forma mentis che privilegia l’intelligenza logico-formale su tutte le altre. In altri casi, come quello dei Paesi asiatici, clamorosamente evidenziatosi nell’edizione 2012 del programma Pisa, la metodologia, anzi la ‘filosofia’ Ocse che privilegia tale tipo di intelligenza, il più funzionale alla piena utilizzazione delle ‘competenze’, è accolta come pienamente corrispondente alla locale concezione della scuola e dei suoi obiettivi formativi prioritari.