Riforma pensioni: emendamenti in legge Stabilità. Votazione finale tra il 18 e 20 dicembre 2013

Poche e deludenti le proposte di riforma delle pensioni previste nell'ambito
della legge di stabilità. La votazione alla Camera è prevista per la prossima settimana.

di Marcello Tansini, webmasterpoint, 15.12.2013

Il sentimento che prevale in merito agli emendamenti presentati alla legge di stabilità sul versante delle pensioni è la delusione. Certo, nessuno aveva messo in conto cambiamenti di rilievo, ma gli sforzi sono stati inferiori all'ordinario. Da una parte è stata proposta la rivalutazione dei redditi da pensioni più elevati attraverso l'indicizzazione al costo della vita. In particolare saranno riviste al 95% gli assegni pari a 4 volte il minimo. Il testo prevede anche l'indicizzazione del 50% per le pensioni superiori a 5 volte il minimo e pari o inferiori a 6 volte il minimo e del 40% nel 2014 per i trattamenti 6 volte sopra il minimo e al 45% per gli anni 2015-2016.

Decisamente più interessante è l'emendamento sulla possibilità di cumulare i versamenti dei periodi contributivi non coincidenti per avere un'unica pensione di vecchiaia o anzianità. La facoltà - stando al testo elaborato dal gruppo del Partito Democratico - "può essere esercitata per la liquidazione del trattamento pensionistico di vecchiaia, di anzianità e la liquidazione del trattamento pensionistico per la pensione anticipata dei trattamenti per inabilità e ai superstiti di assicurato deceduto prima di aver acquisito il diritto a pensione". Previsto anche il blocco del cumulo tra pensione d'oro e stipendio pubblico.

Insomma, sembra che sia stato fatto troppo poco. Se la revisione del sistema previdenziale nel segno dell'equità appariva certamente impossibile da perseguire, tante situazioni sono prive di soluzione. Basti pensare alla vicenda dei quota 96 ovvero quei lavoratori che, nonostante il compimento di 61 anni d'età e il raggiungimento di 35 anni di contributi, non sono andati in pensione a causa dell'introduzione della riforma Fornero che non ha tenuto conto della peculiarità del calendario scolastico.