Per i professori sotto stress
adesso arriva lo psicologo

La Gilda aprirà a gennaio uno sportello gratuito e anonimo per aiutare i docenti in crisi. L'iniziativa è stata presentata a Bologna durante l'assemblea sindacale dedicata a come imparare a gestire lo stress d'aula

 la Repubblica di Bologna, 11.12.2013

BOLOGNA - Una professoressa ammette: "Il registro elettronico mi ha mandato in palla". Un'altra interviene: "Ci vedo poco, devo lavorare fino alle dieci di sera per immettere tutti i dati". Infine, c'è chi strappa consensi quando si alza e dice: "Sono una delle insegnanti che, grazie alla riforma Fornero, dovranno lavorare fino a 67 anni, quali sono le strategie per arrivare fino a quel'età?". Piccoli stress, grandi fatiche. Sino a patologie più gravi. Sempre più maestri e docenti "scoppiano" in cattedra. Per questo la Gilda di Bologna ha deciso di correre ai ripari, mettendo a disposizione una psicologa. Le prime sedute saranno pagate dall'associazione professionale che oggi a Bologna ha dedicato l'assemblea sindacale al problema del "burnout" degli insegnanti. Con molti interventi degli interessati.

Lo sportello di aiuto psicologico sarà operativo da gennaio: si tratta di uno strumento "gratuito ed anonimo", spiega il referente della Gilda di Bologna, Giovanni Cadoni, che successivamente potrà svilupparsi in corsi di formazione e aggiornamento per gruppi. Del progetto si occuperà Eleonora Motta, psicologa e psicoterapeuta. Parlando con gli insegnanti "riscontro innanzitutto un senso di enorme solitudine", spiega l'esperta. Lo sportello "ovviamente non è pensato come uno spazio terapeutico, ma di ascolto", continua la psicologa. Una "scommessa importante", la definisce Renza Bertuzzi, responsabile di "Professione docente", il mensile della Gilda: un progetto che "va nella direzione di considerare gli insegnanti come attori del cambiamento e non solo oggetto di qualcosa che subiscono".

Uno spaccato sul fenomeno lo ha fornito Vittorio Lodolo D'Oria, medico del lavoro e autore di diverse pubblicazioni sullo stress da lavoro correlato dei docenti. Gli insegnanti vivono "una tipologia di rapporto con l'utente unica", sottolinea il medico, che si protrae "tutti i giorni e più ore al giorno, per nove mesi all'anno e per cicli di tre o cinque anni". Questo in un contesto in cui "l'alleanza tra le agenzie educative, cioè famiglia e scuola, è completamente saltata". In altre parole, afferma D'Oria, di fronte ai comportamenti dell'alunno, il "genitore si considera sempre innocente". Inoltre pesa il fatto che la media dei docenti ha 51 anni e nell'82% dei casi è donna: dunque incide anche la menopausa, sostiene D'Oria, per una categoria che svolge un lavoro "psicofisicamente usurante" e, dunque, risulta "fortemente a rischio".

Tra le cause di inidoneità al lavoro, quelle psichiatriche rappresentano ben il 64% del totale, incidenza "maggiore di cinque volte rispetto alla disfonia - continua l'esperto - ma questa è riconosciuta come causa di servizio, le prime no". Una situazione distribuita "quasi in modo uguale nei diversi ordini di scuola", continua il medico del lavoro. Tutto ciò in barba ai "maledetti stereotipi" sugli insegnanti, conclude D'Oria: più che dei famosi "tre mesi all'anno di vacanza", bisognerebbe parlare di vera e propria "convalescenza".

Di fronte a genitori sempre più "aggressivi", è necessario che l'opinione pubblica "si liberi della visione studentecentrica", sottolinea Gianluigi Dotti, responsabile del centro studi nazionale della Gilda, "spostando l'attenzione anche sulla figura e la professione dei docenti, perchè sono loro che si occupano dello studente, lo educano e lo fanno crescere". Si tratta, dunque, di "prevenire il disagio, fornire formazione adeguata- aggiunge- strumenti e ambienti di lavoro idonei, obiettivi compatibili con le risorse".