La teoria del vaso di vetro

di Mara Bonitta Sinergie di Scuola, 16.4.2013

Durante l’ora di lezione, un professore di filosofia pose sulla cattedra un vaso di vetro vuoto e lo riempì con delle palle da golf, chiedendo poi agli studenti se il vaso fosse pieno. Gli studenti risposero in coro di sì. Allora il professore prese una manciata di biglie di vetro e le fece scivolare nel vaso, riempiendo gli spazi rimasti vuoti tra le palle da golf. Chiese di nuovo agli studenti se il vaso fosse pieno, e di nuovo gli studenti risposero unanimemente di sì. Il professore allora versò nel vaso un sacchetto di sabbia, rifece la domanda, ed ottenne dagli studenti la medesima risposta. Velocemente, il professore aggiunse una tazza di caffè al contenuto del vaso, che risultò ancora una volta pieno...

Una simile concatenata successione di azioni sembra aver luogo in ambito scolastico, inizialmente riempito di competenze di base, solide e consistenti come palle da golf, quali il POF, il programma annuale, la contrattazione di istituto, il regolamento interno, la carta dei servizi. Poi vennero le biglie di vetro, trasparenti e colorate, a riempire gli interstizi: i progetti numerosi e diversificati, i siti web utili ed esuberanti, gli accordi di rete proliferanti e interistituzionali, le sperimentazioni gestionali e le iniziative di fund raising. Siccome c’era ancora spazio, venne versata della sabbia, milioni di granuli minuscoli che si sistemarono nel vaso togliendone quasi completamente l’aria: i flussi di cassa, le rilevazioni semestrali, annuali, periodiche e una tantum sugli incarichi dei dipendenti e dei consulenti, sulle assenze per malattia e per altre cause, sui permessi della legge 104, l’osservatorio tecnologico, la scuola in chiaro e il censimento, i contratti pubblici secondo la normativa europea degli appalti, la vigilanza sui suddetti contratti, la legge Stanca e la riforma Brunetta, il rinnovato sistema sanzionatorio, le verifiche INPS, INAIL ed Equitalia, i portali dai nomi accattivanti come PerlaPA, DigitPA, NoiPA...

Ora siamo al caffè, che filtra attraverso il contenuto del vaso percorrendolo fino in fondo senza intoppi: le leggi di stabilità, le spending reviews, i decreti Taglia Italia e Salva Italia, i piani della performance, di valutazione, trasparenza e merito, le convenzioni Consip, il mercato elettronico delle Pubblica Amministrazione (Mepa) e quello della Pubblica Istruzione (Mepi), il carrello, il cruscotto e la clausola stand still, la certificazione dei crediti certi, liquidi ed esigibili dei fornitori maturati al 31 dicembre 2012, la ricognizione dei debiti e le piattaforme IPA e PCC, la legge di prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, il CIVIT e l’OIV, l’accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle PP.AA., il piano triennale per la trasparenza e l’integrità, l’accesso civico e i dati aperti, i responsabili della prevenzione della corruzione e i responsabili della pubblicazione dei documenti sui siti istituzionali, la normativa e infine, dal prossimo 20 aprile, con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n. 33, l’ampliamento della responsabilità dirigenziale, amministrativa patrimoniale e contabile.

Considerato che le scuole di ogni ordine e grado sono Pubbliche Amministrazioni (art. 1 comma 2 D.Lgs. 165/2001), è chiaro che anch'esse sono coinvolte direttamente da queste disposizioni immanenti e indifferenziate per tutta la P.A., dai più vasti Ministeri alle più normodimensionate scuole, con adempimenti, prescrizioni e sanzioni piuttosto severe, a carico di soggetti e di enti od organismi, di carattere disciplinare, amministrativo e pecuniario.

Se pensiamo poi che il CCNL Scuola è scaduto nel 2009, che dal 2010 sono bloccate le progressioni di carriera di tutto il personale scolastico (sembra che, a spese del FIS, qualcosa si muova per il 2011), che gli organici di insegnanti e ATA, così come il numero delle istituzioni scolastiche e i loro budget, hanno subito una drastica riduzione, che il reclutamento del personale amministrativo è “integrato” dall’utilizzo di docenti inidonei, che il concorso per DSGA è tristemente rimasto inchiodato al palo, che la formazione – unica leva che potrebbe sollevare il mondo e gli animi - è un optional, che il vaso, cioè, si è anche ristretto, sorge spontanea una domanda: dopo il caffè, nel vaso già pieno, sarà versato anche l’ammazzacaffè?

Probabilmente non tracimerà, ma – nomen omen – la prospettiva è un tantino inquietante.