Tra urgenze e attese

dal blog di Marco Rossi Doria, 8.4.2013

Siamo ancora qui, in ordinaria amministrazione. Nell'attesa che arrivi un nuovo Governo o il voto. Lavoriamo a tutto quello che possiamo seguire. Cose ordinarie, ma di grande importanza nella vita quotidiana delle scuole.

Mi sto occupando dell’avvio del prossimo anno scolastico perché le risorse arrivino più puntuali e certe rispetto all'anno passato.

Sto seguendo la riprogrammazione dei fondi europei 2014-20 per istruzione e formazione. Si tratta di una fase di concertazione con regioni e parti sociali sulle priorità: dov'è che bisogna concentrare i soldi europei? 

C’è poi l’avvio del lavoro delle 212 reti di scuole per i prototipi contro la dispersione scolastica. Circa 1000 scuole coinvolte in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.

Abbiamo insediato presso il Miur il Comitato Scientifico per l’attuazione delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola di base: avvierà da subito la formazione per i docenti e un confronto con le scuole. 

Stiamo seguendo l’attuazione della direttiva sui Bisogni Educativi Speciali. Si tratta di migliorare la capacità delle scuole di dare sostegno a chi è più fragile.

Le scuole lavorano tutti i giorni. Nonostante problemi e incertezze. E noi qui proviamo ad aiutarle.

In questi giorni nuovi dati Eurostat ci hanno ricordato i tagli draconiani che la scuola italiana ha subito dal 2008: 8,3 miliardi di fondi in meno ci hanno portato al penultimo posto in Europa a 27, prima soltanto della Grecia. E’ vero che gli interessi sul debito rendono i dati comparativamente peggiori di altri Paesi. Ma il ritardo c’è lo stesso. Eccome.

Questi tagli che sono stati fatti – lo sappiamo – in modo drastico e lineare, pesano moltissimo, negano il futuro. 

Bisogna fare come per i crediti delle imprese: procedere subito ad una prima restituzione, su alcune priorità assolute. L’estensione delle azioni di contrasto alla dispersione scolastica; la formazione in servizio dei docenti; un po’ di organico stabile e certo per rafforzare e rilanciare l’autonomia delle scuole di programmare e organizzare; il diritto allo studio, soprattutto. 

Sento moltissimo – più di ogni altra cosa – che noi non possiamo rivolgerci più ai ragazzi senza un primo gesto di riparazione. Mentre diminuiva la spesa per la scuola, aumentava quella per sanità e pensioni. Qui non si tratta di togliere a chi è già in sofferenza, ma di trovare subito un po’ di risorse dove si possono prendere, per restituire un primo pezzetto di futuro. Fare in fretta.  Lo ha detto anche il Garante per l’Infanzia: due milioni di bambini e ragazzi sono in forti difficoltà. Non c’è tempo.