La scuola che...si sogna di Giorgio Mottola A ruota libera, 17.4.2013 Nel mentre vengono varate le nuove Linee Guida per l’edilizia scolastica ferme al 1975, quasi metà degli edifici attualmente funzionanti presenta gravissime carenze dal punto di vista della agibilità o della sicurezza. I 38 milioni di euro stanziati per la costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare, disegnano uno scenario molto diverso dall’attuale e la scuola del futuro sogna di “contribuire alla qualità del tessuto urbano circostante” riscoprendo la sua vocazione di “civic center”. Se la cosiddetta “scuola del futuro” sogna nuovi spazi di apprendimento, quella del presente, invece, si accontenterebbe di interventi di manutenzione per scongiurare, almeno in parte, i pericoli, a volte latenti ma molto spesso evidenti, che da un ventennio non sono mai stati rimossi. Se “la scuola che verrà” sogna una Agorà “centro di distribuzione dei percorsi orizzontali e verticali ed è connessa a tutte le attività pubbliche con le quali può all’occasione integrarsi e sovrapporsi” , quella del presente si accontenterebbe di aule non sovraffollate, in linea con le norme di sicurezza, di banchi non riciclati e barcollanti, di..quattro mura, insomma, esenti da infiltrazione di acqua, umidità dove si possa far lezione se non dignitosamente almeno alla men peggio. Se i nostri pro pro e ancora pro pronipoti trascorreranno il loro “tempo scuola” in “ uno spazio unico integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di funzionalità, confort e benessere “, i nostri figli sono invece ancora costretti in classi pollaio , stipati in pochissimi mq in barba alle norme di igiene e sicurezza e oltre, ben oltre, gli indici di affollamento previsti dalle norme antincendio.
Se
la scuola ridisegnata dalle nuove linee guida “si concretizza in
pareti con buon livello di isolamento acustico e pareti mobili”
“così da trasformare la gestione dell’ambiente nella gestione della
profondità di campo, del livello di trasparenza, visibilità o
partizione, in un tessuto continuo fatto di piazze, sezioni, angoli
di lavoro, piazze, giardini e porticati” , quelle del presente
devono fare i conti con una edilizia scolastica risalente a prima
del 1974 (60%), con la mancanza di certificati di agibilità o di
prevenzione incendi (50%), e con una “emergenza nazionale” più volte
denunciata dall’ANCI.. |