Scuola
Il documento dei dieci Saggi e la Scuola
Marco Barone,
xcolpevolex 12.4.2013
“Questo
documento
non è un programma di governo, organico e sviluppato in un’ottica di
lungo termine. Non può essere e non è un manifesto politico. Non è
neanche una mera nota descrittiva dei problemi.
Questo quanto si
legge nella premessa del documento prodotto dai dieci saggi voluti
dal Presidente della Repubblica, ed allora se il documento
realizzato non è né un programma di governo, né un manifesto
politico, che cosa è?
La risposta arriva
nel passaggio successivo: “Proponiamo un elenco ragionato di
possibili linee di una futura azione di governo in campo
economico-sociale-ambientale, per ciascuna delle quali vengono
indicati esempi di concreti provvedimenti, che si segnalano per la
loro rilevanza e urgenza o su cui è comunque necessario avviare fin
da subito una riflessione politica. La scelta di procedere per
“esempi” è stata, da un lato, imposta dal breve orizzonte temporale
del Gruppo, dall’altro privilegiata al fine di agevolare la lettura
del documento. “ Dunque un elenco delle cose possibili da fare.
Cosa è previsto nel campo della scuola?
Il punto 3.1 afferma la necessità di "realizzare l’alternanza
scuola-lavoro, anche per gli universitari introducendo un
apprendistato universitario sul modello tedesco o austriaco, due
paesi in cui la disoccupazione giovanile è molto contenuta. Un
decreto ministeriale dovrebbe autorizzare gli atenei a stringere
degli accordi con le associazioni di categoria e i sindacati
presenti sul territorio o direttamente con le imprese ivi presenti
per istituire un corso di laurea triennale sotto forma di
apprendistato. Lo studente lavoratore potrebbe acquisire metà dei
crediti del corso in azienda e metà dei crediti in università:
sarebbe formalmente impiegato presso l’impresa con un contratto di
apprendistato della durata di tre anni, ma l’azienda non avrebbe
alcun obbligo ad assumere il giovane alla fine del triennio."
Il punto 4.1 parla invece di PA virtuosa e si specifica che è
necessario “creare una competizione virtuosa, anche grazie all’uso
del web, tra pubbliche amministrazioni, specialmente quelle che
erogano servizi ai cittadini, come le strutture sanitarie, la scuola
e l’università. A tal fine è necessario attuare quanto già previsto
dalle norme che prevedevano la valorizzazione del merito attraverso
il salario accessorio. Purtroppo, il blocco agli stipendi ha
impedito al meccanismo premiale di realizzare i propri effetti.
Inoltre, dal punto di vista del cittadino, è più importante
valorizzare l’amministrazione virtuosa che il singolo dipendente
meno efficace . Per raggiungere i menzionati obiettivi- si legge
all'intero del documento- “è necessaria la diffusione delle
tecnologie digitali. Esse riducono i costi, favoriscono la
semplificazione e, facendo dell’amministrazione una “casa di vetro”,
agevolano il controllo e la partecipazione dei cittadini. Pertanto,
va data sollecita attuazione all’Agenda digitale nelle pubbliche
amministrazioni secondo quanto previsto alla fine della scorsa
legislatura dal d.l. 179/2012 convertito nella legge 221/2012. “
Il punto 4.4 parla di come potenziare l’istruzione e il capitale
umano.
-
migliorare
la performance
dei sistemi di istruzione e formazione;
-
Anche se si
dice che “non è questa la sede per valutare nel dettaglio
ipotesi di intervento sui sistemi educativi”, ciononostante, “si
ritiene che sia possibile adottare nel breve termine misure in
grado di alleviare alcune situazioni particolarmente gravi o di
influire, al contempo, sulla sostenibilità a lungo termine di
un’area particolarmente rilevante per la pubblica
amministrazione come la sanità.”
-
Contrastare l’abbandono scolastico
con il prolungamento della scuola al pomeriggio le cui attività
“non dovrebbero però essere una mera replica delle lezioni
frontali della mattina. L'estensione del tempo scolastico
consentirebbe, infatti, di scomporre i gruppi classe, lavorando
su piccoli numeri, sperimentando metodologie didattiche
innovative (ad esempio, apprendimenti cooperativi e attività
sociali) e individuando percorsi specifici per i ragazzi
maggiormente a rischio. Per questi ultimi, l'insegnamento
individualizzato dovrebbe riguardare in modo prioritario il
rafforzamento delle competenze di base: comprensione dei testi,
competenze logico-matematiche e applicazione del metodo
scientifico. Inoltre, gli istituti scolastici dovrebbero dotarsi
di strumenti di misurazione, a cadenza regolare, dei progressi
compiuti dagli studenti a rischio di dispersione.”
-
Merito e
borse di studio: “Si
suggerisce, quindi, che la Conferenza Stato-Regioni vari, quanto
prima, il decreto sulla definizione dei livelli essenziali delle
prestazioni e dei requisiti di eleggibilità per il diritto allo
studio universitario. Inoltre, il Fondo Integrativo Statale
delle borse di studio, recentemente ridotto a livelli minimi, va
aumentato in modo consistente, anche per sottolineare che lo
Stato intende offrire reali opportunità verso gli studenti
meritevoli provenienti da famiglie meno abbienti. Per questo,
tale Fondo deve essere portato a 250 milioni di euro annui, il
che corrisponde ad un raddoppio della posta dedicata a questa
materia prima dei drastici tagli operati per il biennio
2013-2014. “
-
Scuola e
salute: -“Il potenziamento
delle iniziative finalizzate ad insegnare stili di vita salutari
nelle scuole e nelle università, promuovendo, sul modello
americano, l’eliminazione dai distributori automatici collocati
nelle scuole di cibo e bevande ad alto contenuto calorico; -
l’introduzione di un sistema di certificazione per iniziative
realizzate all’interno delle aziende volte alla salute dei
dipendenti, da realizzare secondo le linee guida disponibili a
livello internazionale; - la sensibilizzazione dei medici di
base al fine di prescrivere esercizio fisico ai pazienti, con
eventuale deduzione fiscale delle spese per l'esercizio svolto
su prescrizione medica o per l’acquisto di strumenti per
l’esercizio fisico.”
-
Scuola e
tecnologia:
“ è indispensabile il miglioramento dell’infrastruttura di rete
delle scuole, attualmente dimensionata per la gestione
amministrativa, anche in vista dell’adozione dei libri digitali,
prevista progressivamente dal 2014, la quale stimolerà una forte
domanda di formazione e di innovazione attraverso i linguaggi
digitali.”
Tutto ciò lascia
ben intendere che il ruolo dell'InValsi,dell'indire, è centrale,
come risulta essere centrale la questione della produttività nella
scuola, la cui via è già stata aperta, in modo potenziale, con il
famigerato accordo sindacale del 12 dicembre 2012 e dalla riforma
c.d Brunetta.
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