Tuta da lavoro e libri di scuola:
raddoppiano gli studenti in stage

Da 90mila a 180mila in un anno i ragazzi di tecnici e licei che hanno alternato ore sui banchi a quelle nel mondo delle imprese. Anche se - dicono i presidi - con la crisi è molto più difficile trovare aziende disponibili

di Salvo Intravaia la Repubblica, 10.4.2013

La tuta da lavoro affianca lo zaino e i libri scolastici. Cresce a ritmi sostenuti in Italia il numero di studenti che ogni anno trascorre una consistente parte dell'orario scolastico in ambienti lavorativi. E' quello che prevede la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, lanciata nel 2005 dall'allora ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, e che adesso vive un momento di grande successo. "L'obiettivo  -  spiega il sottosegretario Elena Ugolini  -  è quello di riallineare la preparazione degli studenti alle esigenze del mercato del lavoro e di preparare i ragazzi in uscita dalle scuole secondarie di secondo grado al passaggio dall'aula al mondo del lavoro".

In un solo anno dal 2010/2011 al 2011/2012  -  gli studenti delle scuole superiori che si sono rimboccati le maniche lavorando  -  da poche ad oltre 400 ore  -  in aziende e imprese italiane sono più che raddoppiati. Dai poco più di 90mila del 2010/2011 si è passati agli oltre 189mila del 2011/2012, con un incremento del 110 per cento. E' lo stesso ministero che fa il bilancio di una formula tanto cara al ministro Francesco Profumo e che potrebbe rappresentare un primo inizio per uscire dalla crisi.

La maggior parte dei 189mila studenti che nell'anno scolastico 2011/2012 ha partecipato ad attività di alternanza scuola-lavoro provengono dagli istituti professionali, ma stanno crescendo rapidamente anche coloro che provengono dagli istituti tecnici e dai licei. Un po' a sorpresa, questi ultimi si sono incrementati del 19 per cento in appena 12 mesi e triplicati in pochi anni. Ma chi sono e dove lavorano i 189.457 studenti delle superiori che alternano i libri scolastici ad una esperienza lavorativa? E, soprattutto, cosa fanno? 

E' Maria Bernardi, preside dell'istituto tecnico industriale Barsanti di Castelfranco veneto (Tv), a spiegare cosa fanno gli studenti in azienda. "Queste attività sono il risultato di una progettualità condivisa tra scuole e aziende che mirano all'approfondimento di pratiche che la scuola non è in grado di offrire. Nelle ultime esperienze i nostri alunni hanno realizzato un software per la gestione della sicurezza di un impianto. E abbiamo anche realizzato cerniere meccaniche per un portone. I ragazzi vengono coinvolti in processi lavorativi con valenza formativa". Ma la crisi sta facendo sentire i suoi effetti anche in questo settore.

"Prima era facile  -  continua la preside  -  trovare aziende disponibili, adesso le aziende chiudono e diventa sempre più difficile trovare disponibilità. Anche se gli studenti che partecipano ad attività del genere hanno una marcia in più per trovare lavoro". Anche la collega Margherita Rabaglia, preside dell'Istituto superiore (tecnico e liceo scientifico) Carlo Emilio Gadda di Fornovo di Taro, in provincia di Parma, è soddisfatta dell'alternanza scuola-lavoro. "Abbiamo collaborato con aziende come la Dallara, che costruisce macchine da corsa, e la Barilla". I ragazzi del Gadda si sono occupati di materiali di pregio, come le fibre di carbonio e dell'imbottigliamento d alimenti.

"I ragazzi  -  spiega la Rabaglia  -  vengono utilizzati in piccole aziende  -  tre/quattro alla volta  -  come impiegati tecnici e operai specializzati. Ma abbiamo anche fatto esperienze scuola-lavoro nelle scuole, come tecnici per sistemare i computer delle scuole, come Yormi Rivera che rimesso in sesto i computer di una scuola media. Per loro "è stata una esperienza molto costruttiva". Lo conferma Mariachiara Ruggeri, della quarta A economico. "Ho avuto modo di applicare quello che ho studiato a scuola. L'anno scorso mi sono occupata di contabilità". La compagna, Martina Elli si è invece occupata "di gestione delle risorse umane". "E' stata una esperienza molto costruttiva".

Ma la loro insegnante teme che le aziende, attanagliate dalla crisi, possano dare forfait. "Alcune aziende  -  spiega Donatella Dalla Chiesa, docente di economia aziendale al Gadda  -  probabilmente per la congiuntura economica che stanno vivendo, hanno detto di no a prescindere: hanno il personale ridotto all'osso e non intendono destinare unità all'addestramento dei ragazzi. Resta ancora da curare la modalità di come la formazione debba coniugarsi con il lavoro. I ragazzi fanno la prima esperienza in quarta e in passato alcuni di loro sono stati assunti a tempo indeterminato.  Ma oggi la situazione è più complicata". Anche al sud, dove certo le aziende non abbondano, le scuole si danno da fare.

"Stiamo preparando in alternanza scuola-lavoro hostess e steward ma anche addetti al commercio elettronico", dice la preside dell'istituto superiore Francesco de Sanctis di Napoli. "Al liceo scientifico  -  aggiunge la collega, patrizia Fiorentino, dirigente scolastico dello scientifico Salvemini di Sorrento  -  è più difficile attivare percorsi di questo tipo, ma non impossibile. Abbiamo uno studente che ha lavorato presso una a azienda che si occupa di grafica pubblicitaria di Milano". E lo stesso Robin Esposito a spiegare il suo ruolo in azienda.

"Il mio compito era quello di rivedere i testi scritti e correggere le bozze. Ma in tre settimane di impegno ho anche imparato ad usare alcuni software di grafica pubblicitaria. Per me è stata una esperienza molto utile perché ora ho una idea abbastanza chiara su come funziona una azienda e su come funzionano i rapporti tra dipendenti e capi. E' una esperienza che consiglio a tutti". Robin a giugno sarà alle prese con la maturità scientifica e si iscriverà alla facoltà di ingegneria informatica all'università di Bologna.