Quale prospettiva per le politiche educative? di Vittoria Gallina* da Education 2.0, 30.4.2013 Questa breve informazione sulle nuove pubblicazioni dell’OCSE – l’“EDUCATION POLICY OUTLOOK” – può forse fornire contenuti e qualche riflessione utile al nuovo governo per intervenire sulle emergenze del sistema educativo italiano. L’OCSE avvia una nuova serie di testi che descrivono il profilo dei vari sistemi educativi nazionali. Di seguito ne vengono illustrati gli aspetti più significativi. I paesi OCSE, e anche quelli che non ne fanno parte, esprimono la necessità di avere a disposizione un punto di vista coerente su politiche e prassi presenti nei sistemi di istruzione. Sicuramente le “competenze” sono considerate da tutti i governi la “chiave”, lo strumento essenziale per garantire la crescita di un paese e una più equa distribuzione delle opportunità. I politici sentono tuttavia il bisogno di lavorare su studi comparativi che li aiutino a riflettere sui diversi elementi che sostengono le riforme, comprese le scelte politiche, le modalità di attuazione e l'impatto di queste. I dati a disposizione sono ormai molti e consistenti, soprattutto come risultato dell’impegno dei paesi OCSE, ma questa mole di informazioni rischia di disperdersi e di apparire difficile da analizzare. Per offrire supporto ai governi nella progettazione e nell'attuazione delle politiche che possono “fare la differenza” nei risultati educativi, la Direzione Istruzione OCSE avvia il nuovo progetto “EDUCATION POLICY OUTLOOK”, una serie di pubblicazioni che, utilizzando dati e conoscenze noti, presentano un quadro organico delle politiche di istruzione e delle riforme in atto nei paesi OCSE.
Questo lavoro non si baserà tuttavia solo su dati già disponibili,
ma si propone di rappresentare un ulteriore valore aggiunto, perché
fornirà e aggiornerà continuamente analisi sistematiche, secondo una
prospettiva comparativa. a) analisi di contesto dei singoli paesi (istituzioni istruttive e formative, sfide e politiche); b) approfondimenti e comparazioni sulle politiche e le riforme finalizzate a intervenire su problemi specifici entro ambiti ben identificati. Punto di interesse, anche a lungo termine, sono le possibili scelte politiche e le diverse alternative atte ad aumentare il rendimento scolastico; le pubblicazioni articoleranno quindi i seguenti temi. • Identificazione delle leve di politica strutturale che possono agire: sul miglioramento dei risultati degli studenti (equità e apprendimenti), sul miglioramento della qualità delle istituzioni (miglioramento dei sistemi di assessment e di valutazione della scuola ) e sulle indicazioni da dare al sistema in termini di governance e di risorse. • Analisi delle tendenze delle politiche educative sviluppate come: - panoramica sistematica e comparata che presenta le riforme e le misure adottate in tutti i paesi, con uno sguardo al futuro delle politiche educative nel singolo paese; - profili nazionali, sintesi delle questioni politiche fondamentali, delle sfide e delle riforme possibili. • Pratiche riformatrici sviluppate a livello di singolo paese in aree precisamente individuate, con lo scopo di comprendere le scelte e i processi di attuazione di interventi di cambiamento.
Nel corso del 2013-14 saranno pubblicati separatamente i profili
relativi alle policy dell'OCSE e quelli di alcuni paesi partner. Qualche esempio tratto dai profili attualmente disponibili appare utile a presentare il progetto.
Australia: si colloca tra i migliori paesi nei risultati di PISA, ha
alti tassi di diplomati e laureati; i punteggi di PISA tuttavia sono
fermi dal 2000.
Nuova Zelanda: altro paese in cima alla graduatoria di PISA, tra i
paesi OCSE è quello che ha il maggior numero di istituti scolastici
e accademici autonomi.
Nell’emisfero opposto l’Irlanda: si colloca nella media dei
risultati di PISA, ha una quota di popolazioni immigrate crescente;
a partire dal 2005 ha adottato una politica di supporto alle scuole
(Delivering
Equality of Opportunity in Schools) che ha portato a un aumento
nella conclusione della scuola secondaria per quello che riguarda
gli studenti che presentavano i risultati più modesti. Più
recentemente una
national literacy and numeracy strategy ha portato ad aumentare
le ore di studio di lingua e matematica e a offrire opportunità di
sviluppo professionale a docenti e dirigenti. Nella Repubblica Ceca, dove i risultati di PISA in comprensione della lettura e matematica sono peggiorati, sono state promosse attività di valutazione, anche sulla base di test standardizzati a livello nazionale. Per migliorare la qualità dei docenti e dei dirigenti sono stati innalzati gli stipendi in ingresso per i docenti giovani, si è definita una nuova carriera per il personale e sono cambiate le regole per la assunzione e la dismissione dei dirigenti. Per ora questi sono i testi disponibili, ma gli spunti di riflessione che suggeriscono sono già sufficienti per valutare il senso e la portata del progetto.
*Esperta di Educazione in età adulta e di processi di lifelong learning; responsabile italiana delle ricerche comparative dell’OCSE-IALS (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico; International Adult Literacy Survey) e OCSE-ALL (Adult Literacy and Lifeskills); autrice di studi e saggi sui temi dell’analfabetismo e dell’illetteratismo; svolge attività di docenza presso l’ università e in corsi di formazione. |