L’invettiva di Settis contro i killer della cultura

Ha infiammato la platea delle Giornate per la cultura di Napoli,
lo storico dell’arte Salvatore Settis

 Il Messaggero, 4.4.2013

LA POLEMICA

Ha infiammato la platea delle Giornate per la cultura di Napoli, lo storico dell’arte Salvatore Settis. Nel suo intervento tenuto ieri alle Giornate che si sono svolte presso il convento di San Domenico Maggiore, promosse dall’assessorato alla Cultura del Comune, Settis ha affermato: «Dopo un anno di governo Monti, abbiamo avuto evasione fiscale in più anche dopo aver subito i tagli lineari come quelli di Tremonti. E poi ci dicono che non ci sono soldi per la cultura». E ha continuato parlando di economia e spread: «Ma davvero i mercati devono ingoiare la cultura, davvero dobbiamo genufletterci allo spread? - si è chiesto Settis -. L'Europa dell’economia è immaginaria, esiste l'Europa della cultura. Di quale stabilità parliamo, quella dell’economia o quella della società».

LA COSTITUZIONE

Per Settis le fondamenta sono «cultura, spesa sociale e scuola che funziona e ha aggiunto che «la Costituzione non prevede lo spread. Abbiamo scelto un’economia che penalizza i poveri rispetto ai ricchi e i malati rispetto ai sani. L'Italia - ha detto ancora Settis - è la prima nazione dell’Europa dei 27 per evasione fiscale, come possiamo chiedere di aiutarci? Vorrei un governo che non negasse la crisi ma che mediasse tra misure economiche e diritti dei cittadini».

Ha poi sottolineato come «in Francia c’è la crisi come da noi ma non hanno tagliato la spesa per la cultura» ed ha parlato di diritto «alla resistenza dei cittadini citato dalla costituzione della Rivoluzione napoletana del 1799». Settis si è anche incontrato a Palazzo San Giacomo con il sindaco di Napoli, De Magistris, ed ha visitato il complesso restaurato, insieme con l'assessore Antonella di Nocera, prima di raggiungere l'affollata platea delle Giornate che ha aperto insieme allo storico Paolo Macry, allo storico dell'arte Tommaso Montanari e al filosofo Aldo Masullo oltre all’attore Andrea Renzi che ha letto alcuni brani del libro dello stesso Settis dal titolo Azione popolare. L’idea della «tre giorni per la cultura» a Napoli è nata dopo l’omicidio di Lino Romano, vittima innocente della camorra nel quartiere di Marianella, come ha ricordato l’assessore Di Nocera: «Rosanna, la fidanzata di lino disse “ci vuole la cultura“. Rimasi colpita, le Giornate partono proprio da questa riflessione».