I viaggi di istruzione e
discriminazione, di P.A. La Tecnica della Scuola, 10.4.2013 Sembra si stiano mettendo in discussione le appassionanti “gite scolastiche”, sia per la crisi economica, sia per i rifiuti motivati dei docenti e sia pure perché rischiano di creare discriminazione fra chi può “permetterselo” e chi no. Il settore dei viaggi scolastici è però in crisi Un freno sempre più consistente ai viaggi di istruzione si starebbe registrando da qualche tempo a questa parte e per causa prima della famigerata crisi economica che non consente più alle famiglie di pagare somme anche importanti; ma anche per causa del rifiuto motivato dei docenti ad accompagnare i ragazzi, considerato che non solo non hanno più la diaria giornaliera ma devono pure accollarsi molte responsabilità. Ma la vera novità, dicono gli osservatori, sta nel fatto che ora sarebbero gli stessi genitori dei ragazzi a chiedere di non programmare gite perché, non potendo tutte le famiglie permettersi la spesa, rischiano di creare discriminazione tra i ragazzi che invece hanno bisogno di restare uniti. Una sensibilità già nota del resto anche prima della crisi ma che però di questi tempi si è acuita, generalizzandosi, tanto che l’Osservatorio del Touring Club italiano ha lanciato l’allarme del collasso delle gite scolastiche. Nel 2011/2012 le gite aveva resistito alla crisi ed, anzi, avevano visto anche un aumento della domanda. 930mila studenti delle scuole superiori, circa il 25% in più degli anni precedenti, avevano preso parte ad una gita scolastica. Ora, invece, il settore sembra completamente paralizzato. Già qualche settimana fa, Fabrizio Galeotti, direttore generale del Touring Club Italiano, aveva esternato la sua preoccupazione al riguardo chiedendo al Governo: “Misure concrete che possano essere d’aiuto a scuole e famiglie per tutelare e valorizzare il viaggio di istruzione che sta affrontando una crisi profonda a causa, principalmente, dei forti tagli operati alla scuola, non certo per mancanza o calo di volontà di partecipazione”. |