L'INTERVENTO
Tra scuola e lavoro. Sull’apprendistato di Giuseppe Bortolussi Il Corriere del Veneto, 15.4.2013 Le iscrizioni alle scuole superiori presentate nei giorni scorsi dal Ministero dell’Istruzione mettono in luce due aspetti degni di nota. Il primo: il Veneto è la Regione leader a livello nazionale per quota d’iscritti che nel prossimo anno scolastico frequenterà gli istituti tecnico-professionali (52,8% del totale, oltre 7 punti in più della media nazionale). Il secondo: rispetto all’anno scolastico in corso si registra un crollo delle iscrizioni agli istituti professionali (-8,1%), un dato ampiamente superiore alla flessione media nel Paese (-2%). Pertanto, le iscrizioni si sono orientate più verso gli istituti tecnici (+4,3%) e i licei (+3,8%). Nonostante la leggera crescita, i licei hanno ancora uno scarso appeal in Veneto: solo 42 ragazzi su 100 hanno scelto il liceo classico o quello scientifico: è l’incidenza più bassa tra tutte le regioni italiane. Senza voler dare giudizi di merito, par di capire che in Veneto famiglie e studenti continuano a preferire un percorso formativo più prossimo al mondo del lavoro che dovrebbe, con il conseguimento di un diploma in un istituto tecnico o professionale, fornire maggiori possibilità d’ingresso nel mercato del lavoro. È vero che il Veneto ha sempre premiato questa scelta, confermata anche dagli ultimi dati; ciò che si fatica a comprendere è la ragione per cui nel Mezzogiorno, che continua ad avere un tasso di disoccupazione giovanile di proporzioni drammatiche, avvenga il contrario. Credo che il modello tedesco ci possa essere di grande aiuto. È evidente che il mercato del lavoro in Germania funziona molto meglio che da noi. Il tasso di disoccupazione giovanile tedesco èta attorno all’8%, a differenza di quello italiano che raggiunge il 38%. Le motivazioni del successo tedesco sono da ricercare nel ruolo fondamentale dell’apprendistato nella filiera scuola-lavoro; i giovani in Germania riescono ad accedere alla prima occupazione in modo molto più efficace di quanto avviene nel nostro Paese. In Germania l’integrazione dell’apprendistato nel sistema scolastico si sviluppa da anni in quello che viene chiamato «sistema duale». Esso rappresenta il fulcro dell’efficienza della filiera scuola-lavoro che ritroviamo anche in Austria e Alto Adige. Il «sistema duale», con l’uso dell’apprendistato, permette ai giovani di sviluppare un’effettiva consapevolezza per transitare efficacemente nel mercato del lavoro, mettendoli quotidianamente a contatto con la realtà aziendale. Ulteriore prova del ruolo fondamentale dell’integrazione scuola-lavoro nel garantire un livello basso di disoccupazione è la percentuale di ragazzi che studiano mentre lavorano. La Germania vanta una delle percentuali più elevate di giovani tra i 15 e i 24 anni che studiano mentre lavorano già dalle superiori (25,6% contro il 2,6% italiano). Anche in Italia la riforma dell’apprendistato ha intrapreso questa strada: ma bisogna fare di più, rendendo questo strumento più appetibile soprattutto ai giovani, altrimenti il gap tra mondo della scuola e mercato del lavoro rischia di allargarsi. |