Il buon governo
la saggezza del “nonno”, l’intelligenza del “nipote”

Maurizio Tiriticco ScuolaOggi 28.4.2013

Investire in istruzione, in ricerca, in cultura significa investire sui cervelli, che sono l'acciaio e il carbone della società della conoscenza. E' un impegno, è un dovere, a fronte di chi sostiene che con la cultura non si mangia. Nulla di più idiota! Maria Chiara Carrozza è una garanzia! Il mio augurio, il mio sostegno, il mio impegno!

Il mio ultimo pezzo del 25 aprile sui test e sui reattivi terminava così: “Voglio sperare che il nuovo ministro faccia un po’ di chiarezza sui compiti dell’Invalsi e sui limiti ‘oggettivi’ delle prove ‘imposte’ alle scuole! Ormai sono anni che mi auguro la nomina di un ministro di alto profilo, all’altezza di una situazione difficile e complessa! Ma non sono mai ascoltato!!! Vogliamo sperare? Mah!!!”

Ebbene! Oggi penso di avere una buona ragione per sperare, e non solo per il ministro Carrozza, persona di alto profilo, ma per l’intera compagine ministeriale in cui figurano volti nuovi, persone giovani e tante donne! Anche una nera!!! E’ la fine di Borghezio! E mi sono anche dimenticato di andare a verificare quanti fossero del Pd e quanti del Pdl! Sembra che, finalmente un nome, una esperienza, una volontà personali contino più di una sigla! Deve essere così! Oggi abbiamo più bisogno di persone che di sigle di partiti che hanno fatto il loro tempo! Non che io non creda ai partiti! Tutt’altro! Sono il sale della democrazia! Ma, quando un partito si arrocca su se stesso ed è incapace di intercettare la “volontà popolare”, come si suol dire, allora è la crisi! Sarebbe proprio ora che si giunga a un Pd che sia la Sinistra e a un Pdl che sia la Destra, liberi il primo dai retaggi funesti della Bolognina, il secondo dai processi di Berlusconi e delle sue amazzoni, la Santanchè in testa! Non dico di un Fini, ormai a villeggiare a Montercarlo!

Che sia veramente una svolta? Voglio sperarlo! Anzi voglio crederlo! E, se domani lo spread scende, vuol dire che i mercati – governati da quegli invisibili signori che segnano le sorti del pianeta – ci danno fiducia! Voglio essere ottimista, dopo una decennale altalena di ministri Miur con cui abbiamo finito con il mettere in crisi la nostra scuola, proprio dopo averla denominata con parole importanti “Sistema educativo di istruzione e formazione” e avere assunto l’impegno di non lasciare nessuno fuori di esso fino ai 18 anni di età! Impegni alti! Finora mai mantenuti! Costretti da un lato dal “merito”, dall’altro dall’“inclusione”! Come se non fossimo capaci – e fino oggi non lo siamo stati – di costruire un Sistema di istruzione e formazione che sia in grado di includere tutti e di renderli altrettanto meritevoli! Ciascuno per quello che può: unicuique suum! Utopia? Forse, ma, se non si persegue l’utopia, non si raggiunge neanche l’utile! L’“omnia omnibus omnino” di Comenio non può non essere la divisa e il fine della società che ama denominarsi della conoscenza! Anche e soprattutto perché, se non si investe in conoscenza, oggi in un’Europa ormai sempre più stretta da Paesi emergenti, dalla Cina al Brasile, ogni partita è persa.

Conoscenza, ricerca, beni culturali – i nostri sono tra i primi al mondo – possono essere moneta sonante se in questi settori si sa investire, anche e soprattutto in tempi medio-lunghi! So che non è facile intercettare fin da ora le risorse che servono alla scuola, ma il nuovo ministro sa bene che occorre guardare lontano, anche se i passi che si compiono all’inizio saranno ancora piccoli. Tra gli insegnamenti di Morin sui compiti dell’istruzione nelle società complesse, due mi sembrano importanti, e che il ministro conosce bene: a) insegnare a cogliere le relazioni che corrono tra le parti e il tutto in un mondo complesso; b) insegnare a navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze.

Se questi sono i principi fondanti delle finalità  della scuola, possono anche esserlo per una nuova politica scolastica: che non sia succube del ministro dell’economia e che cominci a restituire alla scuola, giorno dopo giorno, quella credibilità che anni di incuria e disimpegno hanno offuscato. Mi aspetto alcuni segnali, alcuni piccoli passi, ma che vadano nella direzione giusta!

Tornando al mio ultimo pezzo su test e reattivi, non oserei chiedere al nuovo ministro di bloccare l’imminente tornado delle prove Invalsi che si abbatterà sulle scuole: la macchina è ormai in moto. Ma è necessario avviare una seria discussione con le scuole in primo luogo su che cosa sia e come debba essere condotta una valutazione di sistema, che sia non solo condivisa, ma anche richiesta da dirigenti, insegnanti alunni, genitori, cittadini. Perché siamo tutti interessati a una scuola che, nella società della conoscenza, funzioni, e bene! Ma che, in primo luogo, dopo anni di tagli, sia messa in grado di funzionare: le risorse impegnate oggi sono la ricchezza di domani!

Che la nostra scuola, passo dopo passo, divenga quello che deve essere! Un sistema di istruzione e formazione di tutti e per tutti! Dell’inclusione e del merito!