Carrozza: la rivoluzione digitale? da TuttoscuolaNews, n. 584 29.4.2013 Il neo ministro non aveva mancato di criticare poco prima delle elezioni il suo predecessore Francesco Profumo per “un'attività particolarmente intensa che, anziché limitarsi all'ordinaria amministrazione, appare frenetica (…). Questa iperattività unita a un diluvio di decreti ministeriali, appare fuori luogo negli ultimi giorni della campagna elettorale e sembra rispondere a esigenze che non coincidono in pieno con gli interessi delle famiglie e degli studenti. La scuola, l'università, il diritto allo studio sono temi su cui l'Italia si gioca una buona parte del futuro e assumono un valore troppo importante perché la discussione sia affrontata in maniera frettolosa e veloce, senza la necessaria riflessione e l'indispensabile confronto che richiedono. È quindi auspicabile che tali politiche siano elaborate e discusse dal Parlamento e dal Governo che entreranno in carica dopo le elezioni e non da un Ministro che si appresta a concludere il mandato” . Chissà se all’epoca si immaginava di essere proprio lei a raccogliere il testimone di Profumo. Intervistata da La Stampa, il ministro Carrozza, che certamente conosce bene il mondo dell’università e della ricerca, fa intendere di non essere affatto digiuna delle problematiche della scuola: “Lavorerò certamente per la scuola. Ne conosco i problemi, ho verificato che soprattutto c'è bisogno di investimenti mirati, non solo di risorse usate in modo vago. E' necessario capire dove e come usarle”. Uno dei suoi obiettivi, spiega, è quello di restituire dignità ai professori: “gli insegnanti svolgono un ruolo importante sul territorio, sono i nostri ambasciatori. Se l'Italia è stata unita è anche grazie ai professori che hanno fatto studiare gli italiani sugli stessi testi”. Rispetta l'obiettivo della digitalizzazione delle scuole del suo predecessore Francesco Profumo, “un processo ineludibile”, ma “se poi le scuole non funzionano - aggiunge - è inutile pensare alla rivoluzione digitale”. Carrozza si augura che il nuovo governo dia “attenzione” alla scuola: il ministero dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Università, sottolinea, “è fondamentale nel far ripartire le speranze del Paese. Con spirito di servizio metto a disposizione la mia esperienza per convincere gli italiani che l'istruzione e la conoscenza sono pedine fondamentali per la ripresa culturale ed economica dell'Italia. Dobbiamo aiutare i più meritevoli a studiare secondo i dettami della Costituzione, dare fiducia ai ricercatori e offrire nuove motivazioni a tutto il corpo insegnante”. |