Riforma pensioni scuola quota 96: proposta
di legge questa settimana in Consiglio dei Ministri

Quella intorno alla vicenda dei quota 96 è una corsa contro il tempo. Ma senza la copertura economica appare quasi impossibile procedere con una manovra adeguata.

Lorenzo Pascucci, webmasterpoint, 7.8.2013

 tempi per la risoluzione della questione dei quota 96 sembrano più lunghi di quel che sembra. Parlamento e governo fanno fatica a chiudere una questione che, a catena, potrebbe avere ripercussioni anche sugli altri comparti dello Stato, come quello della Difesa, in cerca del riconoscimento della specificità della propria posizione. Per quota 96 ovvero quei lavoratori che, nonostante il compimento di 61 anni d'età e il raggiungimento di 35 anni di contributi, non sono andati in pensione a causa dell'introduzione della riforma Fornero che non ha tenuto conto della peculiarità del calendario scolastico.

Sarà possibile mettere un punto fermo sulla questione prima del 9 agosto ovvero prima della chiusura per ferie del Parlamento? A provare a spingere sul pedale dell'acceleratore è Francesco Boccia, deputato del Partito Democratico, con una lettera aperta inviata al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomani. A suo dire, "costi quel che costi le risorse per Quota 96 vanno trovate. C'è, dal punto di vista parlamentare, il massimo impegno perché si trovi una soluzione e la mia posizione in commissione Bilancio è chiara: le coperture finanziarie per cancellare quell'errore si devono reperire".

La palla adesso passa anche al governo Letta: "La settimana scorsa ho inviato una lettera al ministro Saccomanni e adesso sto spingendo perché Quota 96 rientri tra i provvedimenti all'ordine del giorno in uno dei prossimi Consigli dei ministri". Le commissioni parlamentari competenti sono alle prese con la proposte di legge 249 sugli esodati del comparto scolastico, depositata da Manuela Ghizzoni del Partito Democratico, secondo cui occorre correggere la tempistica dell'andata in pensione da anticipare al 31 agosto, visto che l'anno di riferimento della scuola non è l'anno solare ma, appunto, quello scolastico.

Il nodo da sciogliere resta sempre quello di trovare la copertura economica adeguata per la manovra che, almeno inizialmente, avrà un costo rilevante per lo Stato. Secondo Massimo Di Menna, segretario generale della UIL Scuola, spetta al parlamento trovare una soluzione al problema del personale della scuola "doppiamente penalizzato dalla legge Fornero".