Non si parla di scuola di R.P. La Tecnica della Scuola 7.8.2013 L'ordine del giorno della riunione del Governo non contiene nessun riferimento né al pubblico impiego né alla scuola. Ma intanto la Ragioneria Generale dello Stato conferma le proprie riserve su alcuni provvedimenti molto attesi da docenti e Ata. Ancora nulla di nuovo sui provvedimenti riguardanti la scuola di cui si parla ormai da alcuni giorni. L’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri previsto per la mattina dell’8 agosto non contiene nessun riferimento né al cosiddetto “decreto D’Alia” né ad altri interventi normativi in materia di istruzione. Le speranze che alcuni provvedimenti urgenti e molto attesi dal mondo della scuola vengano assunti in tempi rapidi si assottigliano sempre di più. A questo punto diventa davvero difficile fare pronostici perché i tempi si stanno facendo davvero molto stretti. D’altra parte è ormai evidente che la situazione si sta complicando parecchio giorno dopo giorno. I segnali ci sono tutti. Una decina di giorni fa il decreto D’Alia finalizzato anche a ridurre in modo strutturale il fenomeno del precariato nelle pubbliche amministrazioni veniva dato come imminente, ma poi non venne neppure presentato in Consiglio dei Ministri. Nelle ultime ore si è diffusa la notizia che il ministro Carrozza abbia puntato i piedi chiedendo un intervento urgente piuttosto pesante (400milioni di euro il costo complessivo). Lo stesso premier Letta ha dichiarato che nel mese di agosto i problemi dell’istruzione troveranno posto in una riunione del Governo. Ma intanto Ragioneria Generale dello Stato e ministeri economici non danno il via libera al ddl su “Quota 96” e anche sulla questione dei docenti inidonei ci sono difficoltà. Nel corso della riunione della Commissione Bilancio del 6 agosto, la stessa relatrice Saltamartini ha chiarito che il problema dei “quota 96” potrà trovare soluzione nella prossima legge di stabilità. Insomma la confusione è ormai totale e la situazione politica generale non è di aiuto. In questo momento le forze politiche sembrano impegnate più a trovare qualche ecamotages per tenere insieme i pezzi di una maggioranza sempre più debole che non ad affrontare i problemi del Paese. |