Concorso Profumo:
il posto a chi non lo cerca

Una lentezza burocratica discrimina coloro che hanno partecipato al cosiddetto "concorso Profumo", con il rischio di assegnare la cattedra a chi non la vuole più

 Articolo Tre, 24.8.2013

La notizia secondo cui la scuola italiana assumerà in questi giorni addirittura 11.268 docenti e 672 presidi, aveva fatto esultare in molti. Se non fosse che il trucchetto, alla fine, c'era.
La notizia diffusa da Palazzo Chigi, infatti, tralascia alcuni "effetti collaterali", che potrebbero impedire le assunzioni o quanto meno renderle ardue, tanto che si teme già un'ondata non irrilevante di ricorsi al Tar. Un inghippo burocratico, niente più, che trae origine dalle legge sulle assunzioni della scuola, la quale prevede che esse debbano avvenire per il 50% attingendo dalle graduatorie dei precari e per il restante 50% dai vincitori di concorso.

Ed è qui che nasce il problema. L'ultimo che è stato bandito è il famigerato "concorso Profumo", dal nome del ministro che voleva ringiovanire il corpo docenti dell'intera Italia. Questi concorsi si fanno in base regionale e suddivisi in gruppi di materie. Ma alcune regioni, come il Lazio e la Toscana, non sono riuscite a concludere tutte le procedure previste dalla normativa in tempo.

Sebbene il Miur assicuri che entro la fine di questo mese il 75% dei concorsi potrà dirsi completato e a regime, i dubbi sono parecchi. E nell'eventualità che questo non accada, dunque, la legge prevede che si ricorra alle graduatorie dell'ultimo concorso bandito per i precari. Ovvero quello di 14 anni fa.
Piccolo particolare: i vincitori di allora, probabilmente, hanno scelto un altro lavoro e certo non hanno trascorso più di un decennio in attesa di vedersi assegnare una classe, così che, se non fossero disponibili a subentrare nelle classi, ci si troverà costretti a ricorrere alle graduatorie delle supplenze.

E gli altri, coloro che hanno fatto il concorso Profumo, e si troveranno a non poter essere assunti per colpa di una burocrazia regionale lenta? Avranno tutte le ragioni per sentirsi discriminati e faranno ricorso, mentre il loro possibile posto verrà assegnato a chi non lo vuole più.