News Concorso Scuola 2013:
115mila docenti assunti a Settembre

Concorso Scuola 2013. Reintegro dei vincitori a Settembre. 115mila nuovi docenti a Settembre. Concorso Scuola e Turnover bloccato? Colpa della Riforma Fornero. Il punto del Sottosegretario all’Istruzione Rossi Doria

 Controcampus, 5.8.2013

Tagli all’istruzione, Decreto del fare, Tfa speciale e ordinario, pensioni per i Quota 96.

Non si contano quasi più i temi caldi che da un po’ di tempo a questa parte tengono sulle spine il nostro Comparto Scuola.  

Tra questi Il concorso scuola, concorso a cattedra per l’immissione in ruolo di nuovi insegnanti appena terminato, il primo dopo 13 anni. L’ultimo bando, riservato alla scuola, risale infatti al 1999.

Concorso Scuola 2013 ed “assorbimento” dei vincitori. – Voluto e strenuamente difeso dall’ex Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo,  il Concorso Scuola o Concorsone, che segna il ritorno alla vecchia forma di selezione diretta, avrebbe dovuto garantire ogni anno l’assorbimento di 12mila e 500 aspiranti docenti , attingendo “dalle graduatorie permanenti ad esaurimento”, e di altri 12 mila e 500 unità assorbite “attraverso il concorso”. Premesse e promesse che andranno ora verificate, sicché la prima domanda che tutti si fanno è: i vincitori del concorso scuola 2013 verranno assorbiti in toto? E se sì, come?

Cominciamo col dire che le prossime assunzioni sono la prosecuzione di un piano triennale varato dal precedente governo nel 2011 al fine di dare continuità e conseguente attuazione ad un programma che punta a coprire in modo stabile tutti i posti vacanti e disponibili, riducendo l’area della precarietà.

Concorso Scuola 2013. Reintegro dei vincitori dal 1 Settembre – E le novità, in attesa di notizie più complete e definitive, non si fanno attendere. È di questi giorni, infatti, la notizia che il Miur ha ridefinito i numeri dei docenti che verranno inseriti negli istituti a partire dal prossimo mese di settembre.

Gli ultimi aggiornamenti  parlano di un’iniezione stimata nell’ordine dei 15 mila posti di lavoro a partire dal 1 Settembre 2013. Con le 15 mila unità così ripartite:

  • 7,5 mila docenti

  • 7,5 mila personale ATA.

I restanti dovrebbero essere inseriti tra il 2014 e il 2015, coprendo così una parte delle 44mila assunzioni progettate dal Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza per il triennio 2014-17.

Concorso Scuola 2013. Stimate 15mila assunzioni. Modalità di assorbimento “Non appena sarà possibile immetteremo 15mila dipendenti, 50% dalle graduatorie, 50% dal concorso”. Questa la modalità di assorbimento, fa sapere il Ministro Carrozza, preannunciando un’estate di frenetica attività e studio per il MIUR .

Concorso Scuola 2013. Assorbimento di tutti i vincitori o solo di una parte? – Restano tutte da sciogliere, invece, le riserve circa possibilità di un assorbimento in toto dei vincitori del concorso scuola 2013, sulla quale il Ministro ha glissato con un ermetico “Mi auguro di sì”, rimandando di fatto la questione a selezioni concluse: “Le selezioni sono in corso, alcune sono in ritardo, alcune più avanti, dipende dalle sedi. Abbiamo avuto problemi perché i compensi per chi è in commissione sono molto bassi, nonostante avessimo chiesto di aumentarli”.

Concorso Scuola 2013. Diminuzione delle nuove immissioni. Colpa della Riforma Fornero – Tanta fatica ma vincitori felici e contenti? In parte. Le stime attese dal Ministro paiono, infatti, deludere le previsioni iniziali: le assunzioni programmate dovevano essere 26mila, 10mila in più di quelle attese entro settembre 2013. Una diminuzione considerevole dei posti, dunque. Colpa, secondo il Ministro Carrozza, delle conseguenze distorsive della Riforma Fornero che hanno rallentato ulteriormente un turnover già di per sé bloccatissimo. Il riferimento è, in particolare, alla cosiddetta Quota ’96 che ha impedito di fatto ai tanti che avevano maturato l’età pensionabile di lasciare il posto ai nuovi, posticipandone incautamente il ritiro dall’attività.

Pronta, tuttavia, la reazione del Ministero, che, se da un lato cerca le coperture più efficaci per chi vuole lasciare, dall’altro trova subito le rassicurazioni per i tanti giovani e non in attesa di entrare: il concorso scuola ha validità 3 anni per cui i vincitori potranno essere assunti successivamente.

Previsioni che fanno riflettere e (chi più, chi meno) sperare gli aspiranti vincitori del concorso scuola rispetto alle assunzioni in ruolo attese nei prossimi anni. Primi segnali di sblocco del turnover? È presto per dirlo.

Turnover bloccato, Legge Fornero e Quota 96 – Ciò che è certo è che la terza quota di nomine prevista dal piano triennale della Gelmini resterà inevitabilmente sulla carta (22mila docenti a settembre 2013), per effetto della Riforma Fornero appunto, la quale ha praticamente ridotto della metà il numero di pensionamenti  previsti dall’ex Ministro dell’Istruzione (scesi oggi a poco meno di 11mila). La risoluzione della questione potrebbe arrivare dal Parlamento (AC n. 249, revisione della riforma Fornero ancora allo studio della Commissione Lavoro della Camera) con l’accoglimento di quelle proposte di legge che puntano a trovare nuove forme contrattuali per i docenti arrivati a pochi anni dal pensionamento, per dare nuovo slancio alle assunzioni di personale precario.

Novità su CCNL, abbattere il precariato e rilanciare il reclutamento di nuovi docenti – L’altra urgenza riguarda, invece, il nuovo CCNL e i Regolamenti ad esso riferiti per i quali si prevedono non poche novità.  A partire dall’introduzione di nuove modalità di avanzamento di carriera per i docenti attraverso l’avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni professionali ispirato ad una progressione di carriera svincolata dalla pura anzianità di servizio, quindi capace di premiare sia la capacità innovativa del singolo docente sia quella di “squadra”,  e prevedendo nuovo posizioni organizzative particolari e di nuove figure di supporto all’attività didattica.

Fondi europei e nuove possibilità di reclutamento per i precari – L’altra misura allo studio del Miur è quella che rimanda alla possibilità di utilizzare i finanziamenti dei fondi europei per l’allestimento di centri sportivi e aggregativi e per la formazione di docenti, l’aumento del tempo scuola (con apertura pomeridiana degli istituti), il potenziamento della scuola dell’infanzia e le sezioni primavera che porteranno inevitabilmente al reclutamento  di nuovo personale.

Stallo TFA – Perdura, invece, lo stallo sui TFA (ordinari e speciali), i corsi di preparazione all’insegnamento di durata annuale istituiti dalle università che permettono, dopo aver superato l’esame finale, di conseguire l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado. I Tfa, ricordiamolo, sostituiscono i vecchi corsi SSIS e rappresentano una nuova forma di abilitazione che professionale che non consente di accedere alle graduatorie permanenti (I fascia), ma solo alle graduatorie di istituto di seconda fascia. Il Tfa, questa la storica contraddizione, non assicura il reclutamento, cioè l’assunzione in forma stabile presso le scuole, ma solo l’abilitazione alla professione. Un prezzo altissimo che non sembra, tuttavia, ripagare per nulla chi ha creduto in questo percorso di ingresso, a fronte di un futuro ugualmente incerto e di un inserimento professionale sempre più sfuggente. Per tanti tieffini che ancora attendono di conoscere il loro destino, insomma, i tempi si annunciano ancora lunghi e difficili.

Per avere, allora, una panoramica più netta e completa su questo complesso sistema di interventi e  tracciare, quindi,  un primo bilancio della giovanissima gestione Carrozza, soprattutto alla luce delle ultime disposizioni contenute nel Decreto del fare, abbiamo raccolto il parere del Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria.

Dott. Rossi Doria,  come sappiamo per il triennio 2014-2017 sono state stimate 44mila nuove assunzioni tra docenti e personale ATA. A proposito è stato annunciata a Settembre l’immissione di 15mila persone. Un numero più basso rispetto alle previsioni di partenza. Come si spiega questa diminuzione delle nuove immissioni in ruolo? A cosa dobbiamo questo blocco del turnover?

“Le nuove regole del pensionamento introdotte con la Riforma Fornero hanno effettivamente posticipato di alcuni anni il picco dei pensionamenti della generazione di insegnanti del “baby boom”. Ci aspettiamo un rallentamento del turn over nei prossimi due anni a cui seguirà poi una forte ripresa.

In ogni caso il concorso scuola  ha valenza biennale e quindi puntiamo a immettere i vincitori nel corso dei prossimi due anni scolastici. Più in generale non possiamo nascondere che abbiamo ereditato una situazione molto complessa e ci vorrà qualche anno per andare verso la normalità: l’esaurimento delle graduatorie e un sistema di reclutamento basato su concorsi regolari”.

Uno dei nodi da sciogliere è quello relativo al precariato, come si abbatte il numero dei precari nella scuola?

“Dobbiamo fornire un orizzonte di attesa credibile per la risoluzione di questa complessa questione. Penso sia necessario partire attuando l’organico dell’autonomia, che consente di unificare organico di diritto e organico di fatto. Poi occorre immettere in ruolo i docenti che oggi occupano posti vacanti: non sono posti in più, sono stipendi che lo Stato già paga da Settembre a Giugno di ogni anno. Ancora, mano a mano che le risorse lo consentiranno, occorre una piccola dotazione aggiuntiva di organico alle scuole per rispondere alle esigenze didattiche più diverse, dai bisogni educativi speciali, alle compresenze, alla domanda di tempo pieno e prolungato nella scuola di base, ai corsi di recupero per le secondarie superiori, ecc. Infine, servirà un piano triennale di immissioni in ruolo, con risorse certe. Ci sarà una inevitabile fase transitoria  in cui quanto ereditiamo continuerà a pesare. Ma dobbiamo cominciare ad avviare processi di riparazione.”

L’altro grande nodo riguarda il  nuovo CCNL e gli atti CCNI ad esso collegati: introduzione di nuove modalità di sviluppo di carriera dei docenti, con l’avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio, che valorizzi sia le capacità innovative dei singoli e quelle di lavorare in team, sia le posizioni organizzative particolari e tutte le figure di supporto all’attività didattica della scuola (docenti e Ata). A che punto siamo oggi?

Il Ministro Carrozza ha presentato alle Camere le linee programmatiche che delineano una strategia complessiva e di medio lungo periodo in cui figurano anche alcune possibili misure a proposito della carriera dei docenti. E’ arrivato il tempo di una grande riflessione nazionale su cosa significhi insegnare oggi, che parta da una discussione partecipata su come questa professione debba essere organizzata. A partire, naturalmente, da un riconoscimento del ruolo prezioso che i docenti svolgono, del loro impegno e della loro preparazione. Questo significherà trovare le risorse per aumentare le retribuzioni, oggi fra le più basse d’Europa, e pensare insieme a come è possibile riconoscere tutto quel lavoro complesso che i docenti svolgono e che nell’immaginario collettivo spesso non emerge. Dalla correzione dei compiti alla programmazione didattica del gruppo docente, al lavoro di cura per tutti i bisogni educativi speciali, alle attività pomeridiane, all’aggiornamento professionale, alle funzioni educative che i nuovi scenari antropologici del Paese richiedono loro. Ci vorrà tempo e servirà aprire – mano a mano che la situazione dei conti pubblici lo consentirà – una nuova stagione di investimenti per la scuola.”

Quanto alla questione QUOTA-96 e alle forme contrattuali all’esame del Parlamento per i docenti prossimi al pensionamento quali novità possiamo segnalare?

“Sappiamo che ci sono alcune grandi questioni da affrontare, alcune di queste, come ad esempio quelle di Quota 96 e dei docenti inidonei, sono all’esame del Parlamento. Il Governo segue con attenzione la discussione su queste problematiche e ci rendiamo conto delle difficoltà che investono la condizione lavorativa di tante persone della scuola. Ma occorre sempre tenere presente che per affrontare queste questioni occorre trovare le coperture finanziarie in una situazione complessiva di grande ristrettezza dei conti pubblici. Non possiamo semplicemente promettere soluzioni a cui poi magari non far seguire i fatti, dobbiamo sapere che per ogni problema aperto servono le risorse e non è semplice trovarle quando i vincoli di spesa pubblica sono così stretti.”