Scuola, nessuna riforma senza confronto

 la Repubblica blog, 24.8.2013

No al metodo Gelmini. L’attenzione è alta. Anche perché nessuno vuole ritrovarsi, di nuovo, nel vicolo cieco dell’incomunicabilità tra le parti coinvolte. L’annuncio di una nuova riforma della Scuola fatto al meeting di Comunione e Liberazione dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, solleva numerose perplessità nel mondo dei movimenti studenteschi. Per Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, “è inaccettabile che questo annuncio arrivi senza il coinvolgimento degli studenti e delle associazioni studentesche”. La critica, per ora, riguarda il metodo. Oramai una prassi, quella della riforma calata dall’alto, “che abbiamo già contestato ai Ministri Gelmini e Profumo”.

Saperi pubblici. Per gli studenti, il punto è capire “quali siano le reali intenzioni del ministro”, e sottolineare come “qualsiasi provvedimento si voglia adottare oltre ad essere condiviso con gli studenti, deve avere come bussola la ripubblicizzazione dei saperi a partire da maggiori finanziamenti per diritto allo studio e welfare”. E proprio questo sarà il tema al centro della prima giornata di mobilitazione studentesca, prevista per l’undici di ottobre. Una mobilitazione la cui ragion d’essere va al di là dei pur grandi problemi dell’istruzione pubblica: “Saremo in piazza contro le esasperanti privatizzazioni di tutto ciò che è pubblico e per i beni comuni, ci saremo contro le grandi opere e per l’ambiente, per la salute, per il lavoro; ci saremo contro l’omofobia, il femminicidio e la repressione, per rivendicare, costruire e difendere i diritti fuori e dentro i luoghi della formazione”.

Gli studenti, l’esecutivo e il Decreto del Fare. E nelle ultime settimane, l’attenzione degli studenti di Link, si era concentrata sull’analisi dei provvedimenti per la scuola contenuti nel Decreto del Fare presentato dall’esecutivo guidato da Enrico Letta. E il giudizio era stato molto critico. Soprattutto sul tema delle borse di studio: “Rispetto alle reali emergenze del diritto allo studio, ad esempio quella degli idonei-non beneficiari che costringe ogni anno tanti studenti a rinunciare al proprio percorso formativo, il “Decreto del Fare” non presenta alcun provvedimento incisivo, dedicando invece ampio spazio all’istituzione delle borse di mobilità, attribuite in base a una graduatoria nazionale costruita intorno a criteri particolarmente stringenti”.