Pensioni scuola quota 96:
domani martedì 20 agosto
decisioni inclusione in decreto D'Alia

Il CdM è chiamato a decidere se inserire nel decreto D’Alia le norme che consentirebbero al personale della scuola in quota 96 di accedere alla pensione con i requisiti ante Riforma Fornero

di Marcello Tansini, webmasterpoint, 19.8.2013

Domani, martedì 20 agosto 2013, potrebbe essere deciso il destino pensionistico del personale della scuola in quota 96 (61 anni di età e 35 anni di contributi). Sul tavolo degli addetti ai lavori, infatti, è posato il cosiddetto decreto D’Alia sul pubblico impiego. E il Consiglio dei Ministri dovrà decidere se includere o meno nello stesso gli interventi normativi che consentirebbero ai quota 96 di andare in pensione con i requisiti anagrafici e contributivi ante Riforma Fornero, maturati entro il 31 agosto 2012.

Gli interventi riguarderebbero una platea di circa 6.000 persone, secondo le ultime stime. Si è registrato anche un balletto delle cifre: un primo calcolo indicava in 3.500 il numero delle stesse, un secondo calcolo aveva portato la platea a 9.000 persone.

La scuola e la questione dei precari per il pubblico impiego potrebbero seguire un iter diverso, scorporato dal decreto D’Alia. Non è dato sapere infatti se il decreto D’Alia conterrà la norma sul pensionamento per i quota 96 e se la stessa, qualora inclusa, farà riferimento alla data del 31 agosto come limite per maturare i requisiti. È quanto ha dovuto ammettere Manuela Ghizzoni, parlamentare del Pd e vicepresidente della VII commissione Cultura Scienza e Istruzione, in un intervento ospitato sulla pagina Facebook del Comitato Civico Quota 96.

Secondo quanto riferito da Ghizzoni, il Consiglio dei Ministri dovrebbe riunirsi venerdì 23 agosto. Un successivo incontro sarebbe in programma per mercoledì 28 agosto.

Alcuni osservatori suggeriscono che gli interventi in materia di quota 96 potrebbero generare effetti positivi anche nel settore privato, e produrre modifiche e cambiamenti in materia di pensioni tra settembre e ottobre 2013, in seno alla legge di stabilità del Governo Letta.