Vacanze e moduli orari compatti: si può?

di Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 3.8.2013

Spalmare le vacanze scolastiche lungo l’arco dell’anno per agevolare il turismo, evitando ingorghi negli alberghi e nelle strade delle ferie e pure le famiglie? Si può fare? Forse.

L’industria del turismo, anche per rafforzare l’economia del Paese, chiede talvolta supporti logistici alla scuola per coordinare le proprie attività e rendere più efficienti i servizi, in considerazione del fatto che le famiglie, per andare in vacanza, sono condizionati dai tempi dell’istruzione dei figli.

Si potrebbero allora spalmare le vacanze scolastiche nel corso dell’anno, come avviene per certi versi in Germania, invece di concentrali quasi tutti nel periodo estivo, da luglio ad agosto?

Un modo per consentirlo potrebbe essere legato alla definizione precisa delle competenze terminali per ciascuna materia, i livelli essenziali dei saperi, i traguardi formativi, così come è stato implementato per le lingue straniere, in riferimento al “Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER)”.

Ottenuta questa chiarezza si potrebbe pensare di concentrare l’orario scolastico in moduli compatti per disciplina. Che significa? Le matterie più corpose di un corso di studi, quelle che hanno un totale di 3-4 o più ore a settimana, potrebbero essere concentrate nell’arco di un mese e mezzo, con corsi compatti e modulari sul tipo della full-immersion, come avviene per i corsi di lingua all’estero o per quelli di aggiornamento o per i corsi Ifts.

L’insegnante cioè invece suddividersi giornalmente fra più classi, si troverebbe assegnata una sola classe con tutto il pacchetto delle ore previste nell’arco dell’anno, intervallate certamente da pause funzionali ai bisogni di alunni e professori. A conclusione del ciclo, una verifica finale sulle griglie delle competenze predisposte dal Ministero, supportata comunque da altre in itinere, esprimerà il giudizio complessivo.
Si tratterebbe di svolgere 4/5 ore di insegnamento per 5 giorni consecutivi in una sola classe che potrebbe perfino risultare una sorta di ufficio personale gestito da un solo insegnante e all’interno della quale verrebbe riposto tutto il materiale didattico di cui c’è bisogno, compreso il computer, il registro personale, i compiti e quant’altro. Concentrare due, tre pacchetti di materie in alcuni mesi, potrebbe pure voler dire avere a disposizione, a conclusione dell’iter formativo, un periodo di vacanze che non necessariamente vengano a coincidere con quelle estive.

Sicuramente bisognerà trovare strategie didattiche diverse e innovative, mentre ciascuna scuola, o gruppi di scuole consorziate, sulla base proprio di questa suddivisone, potrebbe pure pensare di introdurre i semestri, intercalando per esempio questi moduli di didattica compatta per le materie più pesanti con altri meno pesanti o con i laboratori, non lasciando inoltre intentata la via, seguita fra l’altro da tutti i paesi d’Europa, dello sfruttamento delle ore pomeridiane, recuperando così un giorno libero settimanale.

Che non è parola vuota in funzione dei Weekend, i fine settimana tanto sfruttati nel nord d’Europa e che da noi, dove il clima meglio lo consente, potrebbe indurre alla breve gita e alla breve fuga verso luoghi turistici d’arte o di mare.

In ogni caso per qualunque modifica in questa direzione, spalmando o contraendo, occorre che il Ministero metta all’opera i suoi esperti soprattutto in funzione delle competenze certificabili, tanto più necessarie quanto più improcrastinabili, sia per valutare scientificamente il livello di preparazione degli alunni, e sia per dare chiarezza anche agli esami di stato finali, non più con un voto unico ma con i livelli di preparazione raggiunti per singola disciplina.

Si tratta, come si intuisce, di una visione parziale di un problema, quello cioè di coniugare didattica, tempo scuola, esigenze delle famiglie e di operatori turistici, nella prospettiva pure di rendere più funzionale l’istruzione.