Letta al Meeting di Rimini: di P.A. La Tecnica della Scuola 18.8.2013 Prioritario è il cambiamento della legge elettorale. La politica non ha funzionato. E sulla scuola occorre cambiare passo. Non lasceremo soli i giovani Nel suo intervento di apertura del Meeting di Rimini, il presidente del Consiglio, Enrico Letta , ha fatto riferimento al discorso di due anni fa del capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “in questi due anni un percorso faticoso si è compiuto: un periodo in cui in Italia non ha funzionato la politica, il sistema di regole che abbiamo non ha funzionato”. Per questo bisogna voltare pagina, e infatti, ha aggiunto: “Dall'1 settembre in commissione alla Camera si discuta sulla legge elettorale per approvare una riforma ad ottobre”. Per Letta tuttavia il Paese può farcela a uscire dalla crisi: “Non voglio minimamente che nessuno interrompa questo percorso di speranza che abbiamo cominciato. L'uscita dalla crisi è a portata di mano. Il futuro ci porta le risposte se ci mettiamo di impegno per uscire da questa situazione. Gli italiani puniranno coloro che faranno in modo che non si persegua l'interesse comune, che è quello di uscire dalla crisi. È un errore far prevalere gli interessi di parte. Se noi vogliamo farcela non ci batte nessuno”. Ma ha parlato pure di tasse e di alleggerire la pressione fiscale: “Le tasse dovranno scendere nel modo giusto che si potrà fare, le spese andranno contenute”. Pure un riferimento ha fatto al cambiamento del modo di fare politica: “non possiamo dire che a febbraio non è successo nulla, è successo un terremoto che ha riguardato tutte forze politiche e ha cambiato il modo di essere dei cittadini italiani. Quella è stata l'ultima richiesta alla politica di cambiare e noi non possiamo essere sordi”. Per quanto riguarda la scuola, ha ribadito un concetto troppe volte sentito nel corso degli ultimi decenni: “Penso al ruolo dell'istruzione, uno dei temi più bistrattati, al lavoro degli insegnanti, agli studenti. Penso al primo finanziamento dopo molti anni ai programmi di edilizia scolastica. Penso alla necessità di un cambio di passo”. Certamente quale sia il suo pensiero esatto sul cambio di passo che si dovrebbe imprimere alla scuola non è stato chiarito, ha però fatto un riferimento ai giovani parlando coi giornalisti: “Non lasceremo soli i giovani, lavoreremo e faremo di tutto perché riescano ad avere quelle opportunità che i giovani in altri Paesi d'Europa già hanno. Grazie a un'Europa e a un'Italia migliore - ha aggiunto il premier - vi daremo questa opportunità”. |