La beffa del “concorso Profumo” Toscana e Lazio senza graduatorie: valgono quelle di 14 anni fa Raffaello Masci, La Stampa 24.8.2013
ROMA Ma per spiegare l’inghippo dobbiamo fare un passo indietro. La legge dice che le assunzioni nella scuola devono avvenire per il 50% attingendo ai vincitori di concorso e per il 50% alle graduatorie dei precari. Mentre per questi ultimi non c’è problema, dato che sono tanti (oltre 150 mila), la questione si pone per i gli altri . L’ultimo concorso bandito dalle patrie scuole risale allo scorso anno, auspice l’allora ministro (e professore) Francesco Profumo, il quale si proponeva di inserire linfa nuova nell’invecchiato corpo docente italiano. Se non che i concorsi si debbono poi fare su base regionale e per «classe di concorso»( cioè per gruppi di materie - diciamola così, per semplificare - cioè italiano e latino, matematica e fisica eccetera). E che cosa è accaduto? Che alcune Regioni, specialmente il Lazio e la Toscana non hanno concluso tutte le procedure previste dalla normativa. Tuttavia il ministero dell’Istruzione assicura che entro la fine di agosto il 75% dei concorsi andrà a regime. E, comunque, qualora emergessero delle anomalie o ritardi, la legge stabilisce che bisogna ricorrere alle graduatorie dell’ultimo concorso bandito che, nel caso della scuola, risale a 14 anni fa. Il problema è che i vincitori di allora nel frattempo hanno scelto un altro lavoro se non sono addirittura morti. E comunque, se non fossero più disponibili ad entrare nella scuola dopo così tanta attesa, si dovrebbe ricorrere alle graduatorie delle supplenze. Il problema, però, non è meramente burocratico, perché chi ha fatto il concorso di Profumo e non l’ha concluso per colpa della burocrazia regionale, ha tutto il diritto di sentirsi discriminato rispetto a chi ha fatto il medesimo concorso in una regione più sollecita. E farà - immancabilmente - ricorso. I sindacati hanno proposto una via di uscita di questo genere: facciamo subito il punto sui vari concorsi regionali e se si capisce che manca poco, troviamo una soluzione ponte. Per ora questa è solo un’ipotesi, sulla quale - però - grava la spada di Damocle del calendario: le nomine nelle scuole debbono essere fatte immancabilmente entro il 31 agosto. Sarà possibile? Alla luce dell’esperienza diremmo di sì: la scuola è una macchina assai complessa, ma è anche il primo comparto pubblico ad essersi informatizzato e, in questo, è una vera macchina da guerra. |