Il concorsone di Profumo di Vincenzo Pascuzzi, 24.9.2012 Forse tutto è stato già detto e scritto. E' difficile aggiungere altro e anche riassumere. Lo vuole solo il ministro Profumo, con testardagine e cocciutagine (tigna, in romanesco), il concorso, che non risolverà nessun problema, ma ne creerà altri nuovi. Del tutto illusorio e propagandistico l'obiettivo dichiarato di "ristabilire la normalità", dopo 13 anni di omissioni non sempre dovute a capriccio ma anche a ragioni fondate e situazioni reali e concrete. Il concorso appare come un trailer di un film kolossal non ancora girato, ancora senza produttore, senza copione, con numerosissime comparse convocate e con l'attuale ministro, aspirante regista e sceneggiatore, in scadenza a breve. Infatti Profumo assicura che, tra sei mesi, tornerà all'Università. Lascerà questa grossa patata bollente a chi verrà dopo. La vicenda del concorso a presidi e i test di selezione per i Tfa non hanno insegnato nulla? L'amministrazione Miur finora è andata in grave affanno o in tilt quando ha dovuto gestire situazioni così complesse. Oltre il ministro, nessuno altro lo vuole, il concorso, che viene giudicato inutile, costoso, ridondante, offensivo per i docenti abilitati e che sono parcheggiati nelle graduatorie da 10, 20 o più anni e che già insegnano come precari. Non lo vogliono i "vecchi", così li indica Snals. Non lo vogliono i "giovani" semplicemente perché non potranno parteciparvi, salvo successive deroghe. Poche ore fa, l'IdV ha lanciato un "Ultimo appello a Profumo per l'immediata sospensione del concorso". Il concorsone appare anche come un enorme gioco dei 4 cantoni, dove i cantoni però sono 11.500 e i giocatori 163.000, ma potrebbero essere di più, anche 200, 300 o 500 mila. Un gioco che dovrebbe costare allo Stato 1.000.000 di euro. Ma questa sembra una cifra minimale, buttata là, inaffidabile, destinata a crescere in corso d'opera. Possibile che ogni selezione di un docente da immettere in ruolo venga a costare solamente 87 euro? Se i finalisti saranno 4 o 5 per cattedra, non basteranno 20 euro per esaminare ognuno di loro! A meno di retribuire i commissari esaminatori con 2 o 3 euro l'ora! Ma il concorsone graverà pesantemente anche sui singoli docenti partecipanti, in termini di tempi e soldi per la preparazione. Invece il business del concorso riguarderà sicuramente avvocati (anche Flc Cgil si rivolgerà ai giudici), case editrici di manuali, centri di preparazione, poi i presidi e altri dirigenti Miur coinvolti come commissari esaminatori. In rete già circolano offerte per corsi di preparazione al test di preselezione: al costo di 200 euro! Se solo 5.000 concorrenti vi si iscrivono, già pareggiano il milione previsto dal Miur. Non si capisce l'utilità e la congruità di una preselezione (o filtraggio, o scrematura) effettuata a quiz: "50 quesiti non terranno conto delle materie oggetto delle diverse abilitazioni dei candidati, ma serviranno ad accertare le capacità logico-deduttive degli aspiranti prof". Giustificazione del tutto soggettiva, presuntuosa e aleatoria - sia per le modalità che per i contenuti - finalizzata a fare un inutile tagliando a persone già laureate e abilitate, anche più di una volta! Un'autodiagnosi a tappeto effettuata dallo stesso Stato che ha dato lauree e abilitazioni! Paradossale, come voler verificare l'autenticità delle banconote che escono dalla Zecca! Altra incomprensibile assurdità è costituita dalla "lezione simulata" richiesta a chi insegna nelle classi da anni o decenni. Sarà necessariamente frontale e senza allievi veri: un po' come una partita, un match senza altri concorrenti o avversari e senza il pubblico reale. Intervistato a giugno da La Stampa, Profumo aveva preannunciato: «.... la seconda [prova] sarà una simulazione di lezione in cui il candidato dovrà mettere in evidenza la sua capacità di tenere una lezione moderna, e di essere all’altezza delle aspettative dei ragazzi». Proprio così: "lezione moderna" e "aspettative dei ragazzi"! Ma nessuno sa cosa ciò significhi in termini operativi! |