Profumo: fino al 2015
un concorso a cattedra ogni anno

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 10.9.2012

Il ministro dell’Istruzione lo ha detto durante un intervento (tra qualche contestazione) a Unitalia: l’obiettivo è ristabilire la normalità. Tornando quindi ad assumere non più quasi solamente dalle Gae, ma anche attraverso prove di merito dirette.

Un concorso l’anno per i prossimi tre anni. A prometterlo è stato il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, partecipando a Unitalia, l’iniziativa organizzata da l’Unità e Left. Durante l’intervento del responsabile del Miur, contrassegnato dalla insistita protesta di qualche decina di docenti sindacalizzati, in prevalenza aderenti ai sindacati di base, sono stati toccati vari argomenti. Tra quelli più importanti non poteva non esserci il concorso a cattedra, in procinto di essere bandito dopo un “vuoto” di 13 anni.

Profumo ha ribadito che la sua indizione “non lederà i diritti di nessuno”, perché darà la possibilità di parteciparvi in larga parte agli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e di merito, in modo da poter dare modo loro di “accelerare il percorso di inserimento in ruolo senza dover abbandonare la graduatoria stessa”.

Il Ministro ha difeso strenuamente la scelta di non aprire la selezione a tutti. Dovuta all’esigenza di limitare le immissioni in ruolo al necessario – sulla base dei posti effettivamente vacanti - , in modo da non appesantire ulteriormente l’avvio della riforma del reclutamento scolastico. Che tra l’altro, vale la pena ricordare, deve ancora essere approvata. A tal proposito, ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, “la gestione del transitorio è senz'altro molto delicata e difficile”. Nel frattempo, ha aggiunto Profumo, “ci saranno concorsi fino al 2015, con cadenza annuale, in modo da ristabilire la normalità”. Tornando, in tal modo, ad assumere non più quasi solamente dalle Gae, ma anche attraverso prove di merito dirette.

Una notizia, quella fornita dal Ministro, che non dispiacerà a quella grande maggioranza di esclusi già in occasione della prima imminente selezione concorsuale (l’ultima con le procedure tradizionali), il cui bando dovrebbe essere pubblicato il prossimo 24 settembre: per oltre quel 90 per cento di candidati che non ce la faranno (il Miur ha messo a concorso poco più di 11mila posti, a fronte di almeno 150mila domande attese) ci saranno infatti altre tre chance concorsuali per tentare di fare dell’insegnamento la loro professione. Possibilità però che avranno, è bene ricordarlo, delle regole nuove. Ad iniziare da quella che pone fine alla presenza eterna in graduatoria: gli idonei che non dovessero essere assunti vi rimarranno, infatti, per un periodo definito (due anni?), terminato il quale perderanno ogni diritto all'assunzione. Con le liste d'attesa che decadranno automaticamente.