Una graduatoria nazionale
per le facoltà a numero chiuso

 La Tecnica della Scuola, 21.9.2012

Tito Boeri, su lavoce.info, mette il dito nella piaga dei test per l’ingresso nelle facoltà a numero chiuso, che sarebbero uno spreco di capitale umano, “perché dovuto a regole di selezione anacronistiche e volte solo a proteggere le clientele locali.”

“Come è noto, il concorso è uguale in tutte le sedi, ma la graduatoria viene fatta sede per sede, il che significa che le soglie nei punteggi al di sopra delle quali si è ammessi sono diverse da sede a sede.”

Ma l’aspetto più importate di questa procedura è quello che fa risaltare l’esclusione di tanti studenti dal corso “pur avendo un punteggio superiore a studenti ammessi in altre sedi.”

“Si noti che da quest’anno le graduatorie nei test per le facoltà di medicina e chirurgia vengono stilate a livello di 12 grandi macroaree nelle quali sono raggruppate le principali università della zona, anziché a livello di ateneo. Ad esempio gli studenti che hanno fatto domanda per le università Bicocca e Statale di Milano sono stati messi nella stessa graduatoria degli studenti che hanno fatto domanda a Varese; Napoli Federico II e Napoli Seconda Università sono state inserite nello stesso gruppo dell’Università di Salerno.

E cosi via. Purtroppo questo piccolo aggiustamento non sembra avere ridotto in modo significativo lo spreco di capitale umano. Anche quest’anno 1267 aspiranti medici (circa il 14% del totale) sono stati esclusi pur avendo punteggi superiori a chi è stato ammesso altrove ingiustamente. L’anno scorso erano 1320 (il 16% del totale). Per bloccare lo spreco ci vuole una vera riforma che istituisca un’unica graduatoria nazionale.”