La Lega insiste: ok al concorso,
purché non sia quello annunciato

da Tuttoscuola, 11.9.2012

Con l’avvicinarsi della scadenza del 24 settembre per il varo del concorso aumentano le perplessità e le critiche per la scelta del ministro Profumo che non perde occasione per continuare a difendere coraggiosamente la sua scelta.

La Lega, che, pur favorevole al concorso, già in diverse occasioni aveva avanzato riserve sugli annunciati contenuti del bando, ritorna sull’argomento con alcune valutazioni del sen. Pittoni.

“Nessuno contesta il “doppio canale”, peraltro già presente nel progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti da noi consegnato al ministro Profumo. E siamo ovviamente d’accordo che questo è “un modo civile di gestire la situazione pregressa per la quale dobbiamo portare molto rispetto.

Il fatto è che il bando di concorso, annunciato per il 24 settembre prossimo, basato su regole del 1998, non rispetta affatto le quattro categorie interessate e cioè iscritti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, nuovi abilitati, abilitandi e non abilitati che hanno maturato un certo periodo di servizio.

Quando, proprio nella nota illustrativa della nostra proposta, avvertivamo che “non prendere in considerazione le peculiarità anche di una sola di queste categorie, può generare scontro sociale, mettendo a rischio l’intero progetto”. Esattamente quello che sta succedendo…”.

Così il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, ha commentato le ultime esternazioni del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, rilasciate a margine di un convegno a Bologna.

“Gli insegnanti – spiega il parlamentare – si chiedono: per chi viene bandito questo concorso? Non certo per i giovani neolaureati sprovvisti di abilitazione. E pure gli abilitati si contenderanno nell’arco di tre anni una cattedra su una disponibilità complessiva di soli 12 mila posti. Ha senso tutto questo? Se poi corrisponde al vero l’annunciata strutturazione delle procedure concorsuali, la spesa sarà di svariati milioni. In attesa di una riforma vera (non di un semplice regolamento che consentirebbe soltanto qualche ritocco a vecchi meccanismi, incapaci di filtrare il merito in modo omogeneo), e se davvero sono disponibili tali risorse – conclude Pittoni -, non sarebbe meglio impiegarle per potenziare il servizio?”.