Famiglie e studenti, in tanti (troppi)
chiedono informazioni sui contributi scolastici

di A.G. La Tecnica della Scuola, 10.9.2012

A rilevarlo è stata la Funzione Pubblica, alla luce delle richieste rivolte al contact center multicanale che assiste i cittadini nei rapporti con la PA. Molte domande anche sulle modalità di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso. Il Miur farebbe bene ad interrogarsi: perché su certi argomenti la comunicazione non funziona?

L’estate degli italiani è stata angosciata da diverse preoccupazioni: i timori per gli effetti della crisi economica, le vacanze sempre più corte, la mancanza di lavoro, l’ansia per il futuro dei figli. Ma anche le incertezze su scuola e università hanno fatto la loro parte. Tanto che sono state davvero tante le richieste di informazioni sui contributi scolastici e sulle nuove modalità di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso arrivate a Linea Amica, il contact center multicanale che assiste i cittadini nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, gestito da Formez PA su iniziativa del Dipartimento della Funzione Pubblica (numero verde 803.001 da fisso, 06.828.881 da cellulare).

Una sottolineatura, quella del ministero della Funzione Pubblica, che deve sicuramente far riflettere: lo stesso dicastero ha comunicato, infatti, che “sono 11.390 i contatti totali e 8.656 le istanze di clienti della Pubblica Amministrazione registrati dal contact center Linea Amica nell`ultimo mese. Circa 209.000 le visite del Portale degli italiani, con quasi 375.000 pagine visualizzate. Salgono a 1.225 le strutture di contatto con il cittadino aderenti al Network di Linea Amica”.

Insomma, si sta parlando di numeri abbastanza alta. Che possono essere considerati come una importante “cartina di Tornasole”.

Anche ad agosto 2012 i clienti di Linea Amica si sono confermati soprattutto donne (52,4%), di età compresa tra i 31 e i 45 anni (42,4%) e provenienti dal Lazio (54,4%). Nell`86 % dei casi, i cittadini hanno chiamato per chiedere informazioni, nel 10% per problemi da risolvere. Un dato, quest’ultimo, che parla da solo. E non sembra affatto promuovere il Miur sul fronte della comunicazione.