Tuttoscuola intervista Andrea Gavosto, Direttore della Fondazione Giovanni Agnelli Gavosto (FGA): ispezioni nelle scuole ogni 3-4 anni da Tuttoscuola, 11.9.2012 Direttore Gavosto il ministro Profumo ha messo sul tavolo una serie di misure (Sistema Nazionale di Valutazione, concorso ordinario per il reclutamento dei docenti, scuola digitale, educazione degli adulti, etc.). Non pensa che l’affastellarsi di norme e riforme rischia di creare ancora più disorientamento e di smorzare quel vitalismo pure presente nella scuola e nei docenti?
L’affastellarsi di norme e riforme, che spesso si elidono l’una con
l’altra o si sovrappongono con il risultato di confondere il lavoro
nelle scuole, è una patologia cronica del sistema d’istruzione
italiano, con una deriva ‘giuridichese’ che non ha eguali neppure in
un Paese per sua natura portato ai cavilli. Da zero a 10, quando conta, e perché, il Sistema Nazionale di Valutazione per il miglioramento delle attività didattiche e formative della scuola? Dieci. La valutazione è una condizione necessaria per il miglioramento della qualità complessiva della nostra scuola. In Italia, dove i divari territoriali sono profondi, le scuole godono di una crescente autonomia e negli ultimi decenni non si è investito nella formazione e nella professionalità del corpo docente, è indispensabile che ogni scuola sia in grado di formarsi con regolarità un giudizio oggettivo sulla qualità del proprio lavoro e di capire come questo si collochi rispetto a quello degli altri. Perciò il disegno di SNV presentato dal ministro Profumo nelle scorse settimane rappresenta una svolta positiva. Il problema non è far nascere il servizio di valutazione, ma realizzarlo e farlo finalmente decollare, dopo anni di progetti e sperimentazioni di cui sembrano non essere stati mai verificati i risultati. Come dovrebbe concretizzarsi? Quali i pericoli e le insidie?
Per inciso, la Fondazione Agnelli sta lavorando proprio a una
verifica indipendente di VSQ, una delle principali sperimentazioni
promosse dal Miur. Per quanto riguarda il testo dell’articolato con
la proposta di SNV, sono d’accordo sui principi ispiratori: non si
valutano i singoli insegnanti, ma gli istituti scolastici, che così
rendono conto alla comunità del proprio lavoro e delle scelte
compiute sulla base della propria autonomia organizzativa e
didattica; la valutazione si basa su misure oggettive e
confrontabili, a partire da quelle sui risultati di apprendimento
interpretate della prospettiva del ‘valore aggiunto’ (il progresso
che ciascuna scuola ha fatto compiere all’allievo tenendo conto del
suo punto di partenza) a cui si aggiungno altri elementi di giudizio
raccolti dai team di ispettori nel corso delle loro visite. Nel nuovo Sistema Nazionale di Valutazione, accanto all’Invalsi, ha compiti importanti anche l’Indire. Non pensa che sarebbe necessario rendere noti già da ora rapporti di monitoraggio e valutazione dei pregressi progetti di formazione visto che l’ex Ansas è stata, direttamente o indirettamente, la principale agenzia di aggiornamento del personale della scuola? Quando il SNV andrà a regime, i compiti di tutti gli enti coinvolti cambieranno e le responsabilità aumenteranno. L'Indire dovrà concentrarsi sulla consulenza alle scuole per definire le azioni di miglioramento. Servirà naturalmente un plus di professionalità (ma, se per questo, anche per l’Invalsi, che avrà il coordinamento dell’intero sistema). Peraltro, in questi mesi l’Indire ha già cominciato a lavorare in questa direzione nell'ambito della sperimentazione VSQ. |