Un concorso per creare disoccupati
e la discalculia del governo!

inviato dall'Avv. Antonio Gabrieli, 19.9.2012

Da oltre un mese il Ministro Profumo ha annunciato il suo insano piano di voler bandire un nuovo concorso a cattedra per il personale docente.

Sono seguiti poi vari comunicati stampa miranti a mistificare la realtà dei fatti, spacciando il nuovo concorso come un’opportunità lavorativa che non penalizza affatto i docenti precari già abilitati e con uno o più concorsi alle spalle già superati. Precari che per un’intera “vita” hanno profuso energie, professionalità e passione per realizzare il loro sogno di diventare insegnanti di ruolo, credendo nelle garanzie offerte loro dallo Stato.

La realtà dei fatti è ora diventata tutt’altra. Il Sogno si sta trasformando in un incubo!

Col nuovo concorso non si creeranno nuovi posti di lavoro, bensì diverse migliaia di disoccupati. La realtà è tragicamente comprovabile e smentisce i discorsi e i commenti demagogici di ministri e “opinionisti” di parte. Vero è che un nuovo concorso giammai potrà creare nuovi posti di lavoro ma, come nel “gioco delle tre carte”, finirà col “sostituire” gli attuali meritevoli e affidati professionisti con docenti privi di esperienza e titoli. Gran parte degli attuali docenti oggi inseriti nelle graduatorie, infatti, hanno alle loro spalle abilitazioni e decenni di esperienza e di servizio; hanno già superato proficuamente diversi concorsi e/o corsi istituiti presso le Scuole di Specializzazione all’Insegnamento; in sostanza sono già in possesso di diverse abilitazioni, lauree, maser e corsi di perfezionamento universitari. Praticamente col nuovo concorso verrebbero sostituiti quei docenti che ogni genitore vorrebbe come insegnanti dei propri figli perché i più preparati sotto l’aspetto pratico, didattico e pedagogico. Non la pensa così l’attuale Ministero dell’Istruzione, che pare non essersi nemmeno reso conto dell’enorme danno che sta per causare a migliaia di docenti, nonché alla società intera.

Ma vi è di più. Ove fosse bandito il nuovo concorso, questo si rappresenterebbe, senza ombra di dubbio, come un atto contrario al diritto, oltre che al buon senso.

A tal proposito basti pensare alla lesione del c.d. “principio di affidamento” riposto nello Stato dagli attuali docenti “precari storici”; si pensi alla Giurisprudenza amministrativa che , in casi analoghi, ha ammonito che “è illegittima la delibera con la quale una P.A. indice un concorso pubblico, piuttosto che utilizzare una graduatoria di un precedente concorso per la copertura dei posti banditi, nel caso in cui la stessa graduatoria sia stata in precedenza utilizzata per la copertura di altri posti e la scelta di procedere per gli ulteriori posti con un nuovo concorso non trovi alcuna ragionevole giustificazione, ponendosi in contrasto con il già avvenuto utilizzo della graduatoria”; si pensi al piano d’immissione triennale sancito col D.L. 70/2011; si pensi alla Giurisprudenza della Corte Costituzionale, ecc. ecc..

Detto in altre parole,  si pensi al Diritto!

Noi viviamo in uno Stato di Diritto!

Quel diritto che nemmeno una legge ovvero un bando può sovvertire e/o annullare!

Quel diritto che va al di là degli interessi di parte.

L’insigne costituzionalista Zagrebelsky affermava che “…al di là della legge c'è pur sempre il diritto, e col diritto la legge deve fare i conti. Forse mai come in questo caso legge e diritto, lex e ius, queste due componenti dell'esperienza giuridica, sono apparsi così nettamente distinti, anzi, contrapposti. Quando ciò accade, la forza della legge è debole perché è avvertita come arbitrio e, prima o poi, anche se con costi e sofferenze, l'equilibrio sarà ristabilito”.

Eppure ciò che più inquieta di questa “mala gestio” del MIUR è la discalculia dell’intero Governo che si pavoneggia di essere il “governo del rigore” e del “taglio agli sprechi” e bandisce invece un nuovo concorso che comporterebbe irrimediabilmente un gravissimo danno per le Casse dello Stato. Queste stesse “casse” per il cui “risanamento” ogni giorno gli italiani sono chiamati a sacrificarsi.  Si badi che il danno economico non deriverebbe solo per i cospicui risarcimenti danni che dovranno essere corrisposti ai docenti precari storici o per i costi da sostenere nel predisporre la stessa procedura concorsuale (circa 120 MLN di euro), bensì per gli “effetti sociali” che provocherebbe e che, inevitabilmente, si andrebbero a ripercuotere sul sistema assistenziale dello Stato.

E’ indubbio, infatti, che il sovvertimento dello status quo andrebbe a produrre migliaia di nuovi disoccupati, giacché ogni vincitore del concorso andrebbe a sottrarre il posto di lavoro ad un altro lavoratore oggi attualmente occupato. Considerato, poi, che i posti disponibili ogni anno per le immissioni in ruolo sono di un numero ben programmato ne conseguirebbe, inevitabilmente, che per ogni persona che dovesse essere assunta col nuovo concorso, un altro lavoratore si troverebbe di fatto “licenziato”, giacché sostituito! Questi lavoratori sostituiti e senza più uno stipendio per sopravvivere, dovranno per necessità ripiegare sull’assistenzialismo dello Stato, chiedendo il trattamento di disoccupazione e “aiuti extra” per poter  far fronte alle esigenze della vita quotidiana personale e familiare. Con un effetto domino drammatico e dirompente. L’intero costo che lo Stato (cioè i cittadini) dovrebbe sostenere per fronteggiare le spese di questo assurdo concorso e delle sue nefaste conseguenze economiche ammonterebbe a diversi miliardi di euro l’anno. Per giunta, come se ciò non bastasse, tali ingenti danni economici si moltiplicherebbero negli anni successivi, dato che l’intenzione del Ministero dell’Istruzione sarebbe quella di programmare a cadenza annuale ovvero biennale l’indizione di nuovi concorsi. Il problema di discalculia del Governo Monti e in particolare del M.E.F. va affrontato subito prima che la tragedia si abbatta sull’Italia. Innumerevoli docenti mi hanno conferito mandato per diffidare il MIUR dall’indire un nuovo concorso, ma mai come in questo caso serve l’aiuto di tutti i cittadini, dei politici che sentano lealmente il “senso dello Stato”, e dei mass media per bloccare questo scempio.

Altre parole non servono….Intelligenti pauca!

 

Avv. Antonio Gabrieli