"Siamo una .... squola fortissimi" - 6 La scuola di Profumo tra belle favole e realtà di Cosimo De Nitto, 19.9.2012
I governi e i
governanti fanno tante cose. Spesso hanno mille incarichi e quanto
rendano su tanti fronti solo il padreterno lo può sapere. Quanto
all'attività di governo la loro azione si può schematicamente
dividere su due piani: quello più propriamente politico che investe
le decisioni, gli atti legislativi e quelli di governo più
tecnicamente intesi; e quello della presentazione e della
comunicazione, diciamo pure della "giustificazione" degli
orientamenti e degli obiettivi che guidano l'azione di governo. Qualche esempio? Basta rileggere il suo programma di governo nei cinque obiettivi strategici: a) Rafforzare le competenze di base dei giovani; b) Valorizzare la professionalità dei docenti; c) Valorizzare l'apprendimento in una pluralità di contesti; d) Far dialogare i sistemi di istruzione, formazione e lavoro per il rilancio della cultura tecnica e scientifica e il sostegno all'occupazione; e) Promuovere e sostenere l'innovazione digitale nella scuola.
Riprendendo i diversi punti: a) Come si fa a "rafforzare le competenze di base dei giovani" quando: - li si costringe in ambienti che rendono difficile l'apprendimento; - si elimina il tempo pieno; - si rende "unico" l'insegnante della primaria e vengono meno gli spazi temporali per interventi compensativi, integrazione, decondizionamento per quegli alunni problematici, che aumentano sempre più, insieme ai bambini stranieri; - aumentano gli alunni per classe;
- si diminuisce il
sostegno agli alunni diversamente abili o con DSA; b) come si fa a "valorizzare la professionalità dei docenti" quando: - si abolisce ogni forma di sperimentazione e ricerca; - si ritorna all'insegnante "unico" tuttologo, quindi di bassa professionalità, nella primaria; - si promuovono sul campo come esperti di lingua straniera gli insegnanti della primaria che frequenteranno un corsettino, anche on line, di qualche decina di ore. Che lingua straniera mai potranno insegnare? Quanto saranno esposti al pubblico ludibrio? - viene di fatto abolito l'aggiornamento in servizio per mancanza di soldi alle scuole; - si espongono gli insegnanti ad un dileggio quotidiano da parte di dirigenti, giornalisti, media; - si allargano a dismisura le materie che si possono insegnare solo truccando le classi di concorso; - ogni forma di arricchimento professionale tramite libri, riviste, programmi, pc, partecipazione a convegni e corsi di aggiornamento e specializzazione sono tutti a carico economico dei docenti; - sono considerati pubblici impiegati; - vengono svuotati di senso e di poteri gli Organi Collegiali che danno loro voce nella gestione della scuola come i collegi dei docenti ecc.; - si istituisce un organo di "valutazione" e controllo che già di per sé implica una sfiducia di partenza verso i docenti, che pure sono stati considerati "idonei" e "abilitati" alla professione;
- si pratica una
progressiva centralizzazione della gestione amministrativa e dei
contenuti dell'insegnamento apprendimento; c) Come si fa a "valorizzare l'apprendimento in una pluralità di contesti" quando: - l'organizzazione di tempi, spazi e ambienti scolastici non consente di venire a contatto con altri "contesti" né reali, né simulati; - le aule e le scuole non hanno muri, ma barriere insormontabili che le separano dai richiamati "contesti"; - le barriere non sono solo architettoniche e spaziali, ma culturali, e non riguardano solo la chiusura della scuola, ma anche la sordità dei "contesti" nei confronti della stessa;
- mancano strategie,
indirizzi, iniziative, mancano le idee, i progetti e,
principalmente, i soldi; d) La valenza iperuranica di questo punto segna il massimo distacco dalla realtà. Parlare di "sostegno all'occupazione" rischia di essere offensivo verso quell'area di disoccupazione, inoccupazione, precariato, sottooccupazione sempre più vasta che affligge il nostro Paese, colpendo più duramente proprio i giovani, le donne, il sud; come si fa a parlare di sostegno all'occupazione quando praticamente si è smantellata la Formazione degli adulti. Altro che long life learning di cui parla l'Europa. e) Come si fa a "promuovere e sostenere l'innovazione digitale nella scuola" quando: - continua l'efferata politica dei tagli anche se la si chiama spending review, che fa tanto tendenza; - qualche strumento digitale, forse, lo si vedrà solo se comprato con i fondi europei e solo nel sud; - non si investe prima ancora che negli strumenti nella formazione e nella cultura digitale promuovendola. La scuola non cambia e non si "innova" con la presenza di qualche pc, soprattutto se quel pc viene considerato e usato come una più moderna macchina da scrivere;
- non si "innova" la
scuola con la pagella e/o col registro on line, altra trovata
pubblicitaria del ministro smart; Tornando al programma del ministro Profumo, agli "obiettivi strategici" seguono le "conseguenti azioni prioritarie", che lungi dall'essere "conseguenti" agli "obiettivi strategici" denunciano la contraddizione tra la scuola narrata e rappresentata, magari sognata dal ministro, e quella reale, quella che già soffre, continua a soffrire con questo governo, anzi soffre di più proprio a causa di interventi che non sono la medicina, ma la malattia. Più nel merito delle "azioni prioritarie" entreranno osservazioni e riflessioni svolte in altre parti del documento. Qui vogliamo richiamare solo i seguenti punti che marcano il maggiore distacco tra gli obiettivi annunciati e la realtà quotidiana della scuola italiana.
f) "Promuovere
il merito e l'eccellenza...".
g) "Edilizia
scolastica e messa in sicurezza degli edifici scolastici".
h) "Scuola
paritaria nel sistema pubblico di istruzione (Semplificazione delle
modalità di finanziamento)." Quello che colpisce tra "obiettivi strategici" e "azioni prioritarie" è la mancanza di un riferimento forte nei principi, e nelle azioni di governo conseguenti, alla realizzazione della scuola della Costituzione. Il principio "non uno di meno" è sacrificato al principio della "competizione", della "selezione". Il sistema della formazione e dell'istruzione è finalizzato in prima e unica istanza al "mercato", del quale assume le principali regole del comportamento. La stessa "cultura" è considerata un valore economico accessorio da considerare un "inutile" lusso da tagliare per primo in momenti di crisi (la cultura non si mangia). La scuola italiana è "altra" rispetto alla rappresentazione che viene data da questo ministero. La scuola italiana ha bisogno di altro e di "alternativo" nei principi cui ispirarsi (la Costituzione), nella gestione (abolizione dello spoil system), nell'equilibrio tra funzioni e prerogative del ministero e autonomia scolastica e territoriale. La "modernità" di cui parla spesso il ministro non è data da qualche computer in più, da qualche LIM o tablet. E' data da molti altri fattori e in modo particolare da: - fiducia nel valore assoluto della cultura, della istruzione, ricerca e formazione; - investimenti significativi nella scuola perché essa non è una variabile dipendente del mercato, ma principio assoluto di civiltà, democrazia, progresso, sviluppo; - investimenti significativi sulla "risorsa" docenti avendo cura della loro professionalità, retribuzione, livelli di età (modificare la riforma Fornero sull'età pensionabile).
Avendo cura di tutte le
condizioni materiali e culturali, di tutte le premesse necessarie
che portano allo sviluppo della professionalità (ricerca,
sperimentazione, libertà di insegnamento, possibilità e mezzi per
aggiornarsi ecc.). Avendo cura degli ambienti di lavoro (aule,
alunni per classe ecc.), delle relazioni con dirigenti e colleghi.
Avendo cura di assicurare "continuità" e "certezza" del lavoro
scolastico (abolizione del precariato), ma anche far sì che ognuno
insegni materie di cui è competente e non venga mortificata la sua
professionalità come quando la si riduce a puro badantato con
supplenze che possono diversamente essere gestite e coperte. Un'ora
di supplenza di un docente di ruolo non è un'ora "risparmiata" dallo
Stato, ma un'ora "sprecata" di professionalità sottratta alla classe
e agli alunni di quell'insegnante. |