Ok ai concorsi, ma la priorità
è un piano di assunzioni

di Mariangela Bastico (Senatrice, Commissione Affari Costituzionali)
 Pavone Risorse, 3.9.2012

Ragionando sull’avvio del nuovo anno scolastico, provo un grande rammarico: se Gelmini e Tremonti non avessero bloccato e contraddetto le scelte del governo Prodi, oggi la scuola si troverebbe, per molti aspetti relativi alle risorse e all'autonomia e per quel che riguarda la formazione e il reclutamento dei docenti, in una situazione assai più positiva e chiara. Il piano triennale delle 150 mila assunzioni, attingendo dalle graduatorie, ne avrebbe determinato un forte alleggerimento e il progetto di formazione in ingresso e di reclutamento avrebbe dato il via ad una nuova modalità che oggi sarebbe stata pienamente in vigore.

Invece il governo Berlusconi ha scelto la strada dei tagli insostenibili, escludendo dalla scuola tanti precari e creando insegnanti in soprannumero, ha bloccato la formazione in ingresso attraverso le Ssis e ha definito una nuova modalità di formazione iniziale, che necessita di una lunga fase di transizione e, quindi, di incertezza, totalmente scollegata dalle modalità di assunzione.

Oggi la situazione è di caos assoluto, con la sovrapposizione di sistemi diversificati e spesso incongruenti di abilitazione ed assunzione.

Il Ministro Profumo sta cercando di dipanare questa complessa e intrigata matassa, con la scelta del concorso come modalità “normale” di reclutamento nella scuola così come nella pubblica amministrazione, e con un piano, di troppo breve periodo, di immissioni in ruolo.

Sono d’accordo con la riattivazione dei concorsi, dopo 13 anni, per l’assunzione dei docenti, così come ritengo necessario che si continui ad assumere dalle graduatorie in vigore: ma occorre definire con chiarezza criteri, priorità, modalità di gestione. Il ministro indica il criterio del 50% di assunzioni dai concorsi e dalle graduatorie: può essere un criterio equo, ma anche questo deve essere meglio precisato. Esistono graduatorie da tempo esaurite; altre invece sono lunghissime e le nuove assunzioni pressoché inesistenti. Si procederà ignorando queste sostanziali differenze?

Non condivido minimamente i termini in cui si svolge la discussione sul reclutamento: da un lato, i toni troppo trionfalistici, per i quali il concorso costituirebbe la panacea di tutti i mali, considerandolo un bene in sé; dall'altro è assolutamente ingiusto considerare coloro che sono in graduatoria e che stanno lavorando da molti anni come precari nella scuola come persone impreparate e non adeguatamente selezionate. La larghissima maggioranza dei precari, infatti, ha sostenuto concorsi, prove di selezione per l’accesso alle Ssis ed ha curricula formativi di tutto rispetto e sta lavorando con passione e serietà nella scuola, pur in assenza della necessaria continuità didattica.

Sono, tra l'altro, evidenti gli errori e le incongruenze di tanti concorsi, tra cui in particolare quelli recentemente svolti dal Miur: ricordo, ad esempio, il concorso per dirigenti scolastici, con l’annullamento definitivo di quello svolto in Lombardia e con giudizi aperti di fronte ai TAR in molte altre regioni, o le recenti prove di selezione per l’accesso ai TFA, alcune delle quali sono state annullate dai TAR a seguito di numerosi errori, anche riconosciuti dal Miur.

Ritengo, quindi, che, al di là della modalità di assunzione, sia prioritario che il Governo elabori un piano almeno triennale di assunzioni, che non solo copra i pensionamenti, ma ripristini una quota di docenti che sono stati impropriamente tagliati dalle decisioni del governo precedente.

In quel piano devono trovare stabilizzazione i docenti, inseriti nell'organico di fatto, di sostegno per i disabili e si deve dare attuazione all’organico dell’autonomia recentemente approvato.

Quest'ultimo, infatti, può e deve essere strumento per ridurre fortemente il ricorso a personale a tempo determinato, potendo rispondere alle esigenze di supplenze, ai progetti speciali di qualificazione della scuola, ai progetti di sostegno al disagio. È obiettivo fondamentale, infatti, per la qualità della scuola, oltre che per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori, il massimo livello di stabilizzazione del personale docente ed ata.

In applicazione a questo piano si devono programmare le assunzioni attraverso il concorso e attraverso le graduatorie, chiarendo in modo definitivo che esistono vincitori di concorso e che gli idonei permangono in graduatoria esclusivamente per il tempo che intercorre tra un concorso e l’altro (normalmente due anni).

È evidente, nel mio ragionamento, che non condivido la proposta più volte avanzata dal PDL di affidare la scelta del personale alle singole scuole, sulla base di elenchi e di curricoli approvati a livello regionale. Credo fortemente nel valore dell'autonomia scolastica, ma non ritengo né positiva né attuabile nel quadro normativo vigente questa proposta, che oggi aumenterebbe il livello di incertezza e confusione e quindi arrecherebbe ulteriori gravi danni alla scuola.